Con l’emendamento presentato sabato scorso, il Governo vuole che il regime di “autorizzazione unica” di competenza del Ministero dello Sviluppo Economico varrà anche per “le opere necessarie al trasporto, allo stoccaggio, al trasferimento degli idrocarburi in raffineria, alle opere accessorie, ai terminali costieri e alle infrastrutture portuali strumentali allo sfruttamento di titoli concessori esistenti, comprese quelle localizzate al di fuori del perimetro delle concessioni di coltivazione di idrocarburi”. In sostanza, si tratta del progetto Tempa Rossa per Taranto. L’autorizzazione alla costruzione ed all’esercizio, rilasciata dalla stessa amministrazione, comprende la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera e l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio dei beni in essa compresi nonché la variazione degli strumenti urbanistici e dei piani di gestione e tutela del territorio comunque denominati.
L’autorizzazione, inoltre, sostituisce, anche ai fini urbanistici ed edilizi nonché paesaggistici, ogni altra autorizzazione, concessione, approvazione, parere, atto di assenso e nulla osta comunque denominati, previsti dalle norme vigenti, costituendo titolo a costruire e ad esercire tutte le opere e tutte le attività previste nel progetto approvato, fatti salvi gli adempimenti previsti dalle norme di sicurezza vigenti. Infine, l’autorizzazione produrrà gli stessi effetti previsti per le concessioni di coltivazione e ricerca di idrocarburi previsti dal decreto Sblocca Italia, rivestendo carattere di interesse strategico e di pubblica utilità, urgenti ed indifferibili. Le disposizioni si applicano, su istanza del proponente, solo alle opere rispetto alle quali sia già stato adottato un decreto di compatibilità ambientale. Quindi, per Tempa Rossa a Taranto, si tratta della VIA già rilasciata ad ottobre 2011 con Decreto del Ministero dell’Ambiente dov’era assente il parere della Regione Puglia guidata da Nichi Vendola (SEL). Un parere favorevole giunto un mese dopo, assieme ai pareri sempre favorevoli di Provincia e Comune di Taranto, tutti a guida PD.
Sarà, poi, il Presidente del Consiglio, in caso di mancata ‘intesa’ con le regioni e gli enti territoriali, l’unico a poter decidere, concentrando una serie di prerogative autoritarie che ricordano tempi bui, che speravamo ormai passati. Con un altro emendamento, si tappa la bocca agli enti locali che vogliono fermare questa deriva autocratica perché ci sarà anche la possibilità che le Regioni possano raggiungere il pareggio di bilancio con le royalties, anziché usarle per le opere di compensazione. Un regalo che consentirà di recuperare una parte dei tagli a scapito del territorio. Con questa disciplina contabile, saranno scoraggiate quelle Regioni che avevano intenzione di impugnare il decreto Sblocca Italia. Renzi pensa ancora ad avvelenare Taranto, l’Italia e l’ambiente. Infatti, nel testo dell’emendamento manca solamente la dicitura ‘Tempa Rossa’ per formalizzare esplicitamente la volontà dei partiti e delle multinazionali che sfruttano i combustibili fossili di penalizzare ancora il sud Italia. Un emendamento ‘ad aziendam’ disumano, viste le criticità ambientali in cui versa Taranto a causa delle industrie presenti, ed allo stesso tempo incomprensibile, visto che il greggio Tempa Rossa, estratto in Basilicata, è di pessima qualità, tanto che dovrà esser portato altrove per la sua lavorazione. Il Governo, per giunta, accelera le autorizzazioni, nonostante manchi ancora il ‘Rapporto definitivo di Sicurezza’ su Tempa Rossa. L’emendamento non sembra scritto da tecnici dello Stato Italiano ma da tecnici di Eni, Total e Shell: in quanto, anche nella relazione illustrativa, l’approccio è il medesimo che si legge nella propaganda di queste multinazionali del petrolio che tentano di convincere le popolazioni meridionali che questa nefandezza porti dei vantaggi.
Ancora una volta Renzi viene utilizzato come un burattino nelle mani delle multinazionali che cercano un modo per una veloce realizzazione del progetto Tempa Rossa sorvolando sulla sempre maggiore opposizione delle popolazioni locali. Un progetto che umilia i cittadini di Puglia e Basilicata, uniti nella sventura di aver eletto amministrazioni a guida PD incapaci di proteggere i beni comuni e colpevoli della svendita del territorio al miglior offerente. Il M5S si pone accanto a chi combatte da anni la realizzazione di questi progetti che ancorano l’Italia al Medioevo, mentre il Governo ignora ogni proposta di reale innovazione con il miglioramento dell’attuale modello economico. Per questi motivi voteremo contrariamente all’emendamento del Governo e non daremo mai la fiducia ai partiti. Per denunciare queste manovre, invitiamo tutti i simpatizzanti, gli attivisti del M5S a partecipare senza simboli e bandiere, alla manifestazione a Taranto convocata dagli studenti venerdì 19 dicembre.