Durante la discussione in Commissione Bilancio della Legge di Stabilità, il Governo accantona e boccia il nostro l’emendamento che chiedeva di abolire l’Imu agricola anche per quei proprietari terrieri che affittano o concedono in uso la propria terra a Coltivatori Diretti (CD) ed Imprenditori Agricoli Professionali (IAP). Ulteriore prerequisito la durata: pari ad almeno cinque anni, coerentemente con la tempistica dell’erogazione dei contributi della PAC (Politica Agricola Comunitaria). Il nostro obiettivo era quello di scongiurare il rischio che il costo dell’Imu rurale fosse scaricato dai proprietari, all’interno del costo di affitto o nella concessione, sugli agricoltori che coltivano la loro terra.
Se da un lato possiamo ritenerci soddisfatti di esser riusciti a far entrare nell’agenda di Governo e, nello specifico, nella Legge di Stabilità, l’abolizione dell’Imu agricola; dall’altro è davvero un peccato assistere ad un Esecutivo non in grado di recepire le proposte del Movimento 5 Stelle in maniera fedele, con i necessari parametri di equità sociale e tenendo conto delle complessità del settore agricolo.
Respinti, inoltre, altri due emendamenti M5S che proponevano rispettivamente di abbassare l’Iva sulla pappa reale dal 22% al 10% e di ridurre le accise per i piccoli birrifici, riformulandole in base alla quantità di birra prodotta e commercializzata, coerentemente con quanto previsto dalle norme europee. Una scelta quest’ultima che sta penalizzando un intero comparto, fino a poco tempo fa fiorente ed in grado di generare numerosi posti di lavoro, con realtà di tutto rispetto anche in Puglia.
Per approfondire:
1 Commento
Pingback: Agricoltura: le mie proposte alla Stabilità - Giuseppe L'Abbate | Un cittadino in Parlamento