Le problematiche della pesca, sfociate anche in manifestazioni di piazza a Montecitorio un anno fa, sono state al centro dell’incontro delle marinerie di Mola di Bari e Monopoli con Patty L’Abbate, candidata M5S al collegio uninominale Senato.
Ho seguito in prima linea lo scorso marzo le proteste dei pescatori, sostenendoli nella richiesta di rivedere l’attuale sistema sanzionatorio oltremodo vessatorio che sta massacrando il settore con multe smisurate rispetto alle infrazioni commesse senza aver mai fornito alcuno strumento per una pesca più sostenibile e rispettosa delle regole per la salvaguardia degli stock ittici.
Le proteste sfociarono nella promessa di una soluzione normativa alla questione ma, per volontà della maggioranza, la legge fu approvata solo alla Camera e si arenò al Senato lasciando irrisolta la questione. A questa si somma quella relativa alle quote di pesca.
Nel 2017 l’ICATT (organismo internazionale che sovrintende alle attività di cattura dei tonnidi) ha introdotto le quote di cattura anche per il pesce spada oltre che per il tonno, suddividendole tra l’Ue ed il resto del Mondo seguendo dei parametri che Bruxelles non ha poi più preso in considerazione quando doveva provvedere a stabilire le quote per ogni singolo Stato Membro.
Cosa è accaduto? Semplicemente mentre l’Italia con il ministro Martina era assente ai tavoli dove venivano prese queste decisioni, la Spagna con la sua imponente industria conserviera ha fatto la voce grossa impadronendosi di gran parte delle quote di cattura.
Il Governo ha poi cercato di metterci una toppa che è stata peggiore del buco, costringendoci ad andare in infrazione e quindi a pagare una multa.
Sarebbe bastato far valere le nostre ragioni in Ue. Ed è quello che intendiamo fare come forza di governo a maggio quando inizierà la discussione sulla Politica Comune della Pesca 2020 dove dobbiamo far sì che si tenga conto delle specificità del mare mediterraneo nell’ottica non solo della salvaguardia delle risorse ma soprattutto del rilancio del settore che, spesso, l’Italia in questi anni ha ‘ceduto’ per favorire altri comparti.
Risultano sempre più necessarie, infine, delle politiche in grado di portare la pesca nel terzo millennio con i sussidi alla rottamazione dei pescherecci obsoleti, con il sostegno all’ittiturismo e al pescaturismo, con la certezza degli ammortizzatori sociali per i lavoratori e con un fermo pesca utile per i pescatori e per la salvaguardia del mare.
