In Italia sono anni che ci dicono che il SSN è sinonimo di deficit, sforamenti e sprechi. È proprio così? Sicuramente la cattiva politica negli ultimi 20 anni ha contribuito al malfunzionamento del SSN ma le risorse pubbliche complessive allocate alla sanità non sono mai state elevate.
Basta vedere il grafico allegato per capire che la spesa, sia pubblica (7,4%) sia totale (9,5%), risulti inferiore in Italia rispetto alla Germania, alla Francia, ma anche al Regno Unito. Da notare il dato degli USA dove, pur avendo un sistema privato, la componente pubblica della spesa è superiore a quella italiana.
Allora perché il Governo Renzi ha annunciato l’imminente taglio della spesa sanitaria? Semplice, ce lo chiede l’Europa. Fino a quando non metteremo in discussione la nostra permanenza nella moneta unica, tutti i Governi saranno subalterni alle volontà dell’UE.
Le politiche di austerità, imposte per adeguarsi ai vincoli europei, vengono puntualmente presentate dal Ministro Lorenzin come misure di “riordino”, di riduzione degli sprechi, di razionalizzazione.
Come si può migliorare la qualità se le risorse risparmiate non sono reinvestite nello stesso settore? A questa domanda il Ministro non risponde.
In realtà cosa accadrà? Saranno eliminati alcuni servizi pubblici essenziali o ne sarà messa in discussione l’universalità. Questo porterà ad estromettere le fasce medio-alte dal servizio pubblico perché, potendoselo permettere, si rivolgeranno direttamente ai privati. Tutto ciò farà deprimere ancora di più il finanziamento del SSN e per questo la qualità sarà ancora ridotta. Il tutto a discapito delle fasce più deboli.
Siamo in piena scia Grecia. Se non usciamo dalla moneta unica (cosa che solo un Governo M5S potrà fare), sappiamo già a cosa andremo incontro.
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