“Fornire assistenza concreta agli imprenditori agricoli che operano sul mercato estero”. È questo ciò che il Movimento Cinque Stelle ha chiesto con un emendamento all’articolo 30 del decreto Sblocca Italia – in discussione in Commissione Ambiente della Camera – ma che il Governo ha bocciato senza appello. Una bocciatura che, in buona sostanza, contravviene a quella che è la mission dell’articolo: sbloccare le imprese agricole e tutelare il Made in Italy, attraverso il ruolo centrale dell’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese.
L’export rappresenta l’elemento fondamentale per la crescita del settore agroalimentare nazionale (+ 4,7% nel 2013 toccando 33,6 miliardi di euro) e per questo tutte le iniziative volte a sostenere le imprese che operano all’estero dovrebbe essere indispensabile ma, evidentemente, quelli sulla tutela del Made in Italy sono solo ‘spot’ per l’Esecutivo, che preferisce, ad esempio, approvare l’istituzione di un nuovo registro di associazioni di promozione enogastronomica e culturale piuttosto che fornire assistenza legale agli imprenditori. Senza nulla togliere all’associazionismo che rappresenta un elemento importante per il mantenimento delle tradizioni, anche enogastronomiche, nel nostro Paese, avremmo trovato certamente più significativo far svolgere all’ICE attività di assistenza tecnica, legale e logistica a sostegno degli imprenditori agricoli all’estero. Una funzione che avrebbe certamente agevolato il mercato agroalimentare e allo stesso tempo arricchito e completato il ruolo dell’Agenzia, che finora è rimasto per lo più un mistero.
E proprio a proposito del ruolo dell’ICE, soddisfazione arriva in casa M5S per l’approvazione di una proposta che prevede che l’Agenzia riferisca annualmente la propria attività alle commissioni parlamentari competenti. Un passaggio importante considerando che, ad oggi, l’attività dell’ICE è in buona parte sconosciuta e per questo con risultati ancora poco riscontrabili.