Il nuovo Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani, illustrato nella giornata di lunedì dall’Assessore Nicastro e dal Governatore Vendola, non convince il MoVimento 5 Stelle. Nonostante la propensione della Regione, dichiarata nell’incontro, di puntare sulla raccolta differenziata, senza passare “dalla dittatura delle discariche alla dittatura degli inceneritori, con l’inevitabile inquinamento atmosferico”, infatti, nel concreto il Piano sembra essere indirizzato su ben altri obiettivi. O comunque non rispecchia la volontà di una strategia politica volta ad un nuovo modo di gestire i rifiuti.
Il Piano, a primo acchito, sembra cogliere a grandi linee i principi della strategia “Rifiuti Zero” nonché compiere qualche passo in avanti in confronto a quello prodotto nel 2005 e totalmente orientato alla produzione di combustile solido secondario da rifiuto (CSS). Ma leggendolo attentamente non sfugge un capitolo ben cesellato su tutte le possibili modalità di incenerimento di rifiuti. La percentuale di CSS prevista è pari almeno al 20% dell’indifferenziata ma questa salirebbe nel caso la raccolta differenziata non raggiungesse il 65%: ed oggi, dopo anni di Governo Vendola, siamo ancora fermi ad un misero 20%. Gli stessi comuni pronti ad una efficiente raccolta “porta a porta” sono stati costretti a bloccarsi lo scorso anno per imposizione della Regione. Qui manca la volontà politica di cambiare strada e puntare ad un futuro diverso.
Nel nuovo Piano illustrato dalla Regione per il Movimento 5 Stelle si parlerebbe della realizzazione di un altro impianto per la produzione di CSS a Bari, della realizzazione di un impianto di digestione anaerobica AMIU a Bari di cui non si conoscono le caratteristiche e che ha un costo smisurato pari a oltre 15 milioni di euro, della volontà di proseguire la combustione di rifiuti in ben 4 impianti a Taranto (tre inceneritori e una cementeria) e in altri impianti esistenti (con tutta probabilità nella cementeria di Barletta, nell’inceneritore di Manfredonia, nella centrale ENEL di Brindisi e nella cementeria di Galatina) della possibile realizzazione di un impianto di “gassificazione”, ovvero di un inceneritore, a Giovinazzo. Non si menzionerebbe, invece, il sottodimensionamento della riduzione della produzione di rifiuti e mancherebbero gli innovativi impianti di trattamento e separazione a freddo e meccanico-biologico, con “adattamento” della vecchia impiantistica esistente nonché gli impianti di compostaggio aerobico pubblici, soprattutto nella provincia di Bari, dove si vuole continuare ad utilizzare una convezione con un privato che da solo fa praticamente cartello. Al contrario di quanto afferma il Governatore Vendola è stato proprio lui a firmare l’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto di Cerignola nonché del raddoppio di quello di Massafra. Non ci sono riusciti a Modugno grazie alle pressioni dal basso dei cittadini. Nei panni di Vendola non ci appunteremmo al petto, quasi fosse una medaglia, il secondo posto raggiunto dalla Puglia a livello nazionale per la presenza di impianti CSS.
L’Ass. Nicastro, che un tempo affermava che fossero solamente due sette buddiste del Kashmir a praticare la strategia “Rifiuti Zero”, oggi si desta e parla di “società del riciclo” ma, al contempo, presenta un Piano dove i rifiuti si bruciano e si continuerà a bruciarli, per di più in quattro diversi impianti concentrati in una stessa area: quella di Taranto. Questo è un crimine contro l’umanità, altro che strategia “Rifiuti Zero”!