Egregio Direttore,
dinanzi alle proteste dei produttori di ciliegie di Conversano, i quali minacciano di non raccogliere più i loro frutti e di lasciare a casa migliaia di braccianti impegnati nella raccolta a causa dei prezzi bassissimi delle ciliegie Ferrovia ed il contestuale rifiuto di acquisto delle ciliegie Giorgia da parte dei commercianti, è giunto il momento di una seria riflessione sul modus operandi dell’intero comparto agroalimentare pugliese.
La Puglia è la prima regione italiana produttrice di ciliegie, con una media di ben 52.000 tonnellate l’anno e con un territorio interessato pari a 17.000 ettari (pari al 39% del totale nazionale). Le aziende sono oltre 10.000 (da ultimo censimento), con il cuore della produzione cerasicola proprio nel sudest barese, mentre il giro d’affari delle esportazioni si aggira sui 20 milioni di euro.
L’attuale scenario (in continua evoluzione) vede, però, una situazione davvero preoccupante, con prezzi che si aggirano su 1,5 euro per la Ferrovia di migliore pezzatura e colore e 0,50-0,70 per i calibri inferiori. Sulla piazza di Torino, il calibro 26-28, I categoria e alla rinfusa vengono prezzate a partire dal 5 giugno scorso con un calo di 0,55 euro rispetto al 2014 (il prezzo attuale è pari a 4,15 euro).

La Gazzetta del Mezzogiorno – 10.06.2015
In qualità di componente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, vista l’importanza del tema per tutto il comparto agroalimentare pugliese, mi sento in dovere di esprimere un modesto parere nella speranza di suscitare un dibattito costruttivo tra le parti interessate.
La filiera agroalimentare riunisce una varietà di operatori (agricoltori, trasformatori, commercianti, grossisti, dettaglianti e grande distribuzione) che operano in un sistema di relazioni fortemente asimmetrico, dove la posizione dei produttori (siano essi agricoltori o allevatori) è tradizionalmente più debole di quella degli acquirenti (industrie di trasformazione e distributori), anche per la possibilità che hanno quest’ultimi di differenziare il prodotto e per il minor grado di concentrazione del settore agricolo rispetto a quelli a valle della filiera. Questa asimmetria amplia la sproporzione tra prezzi alla produzione e prezzi al consumo e favorisce pratiche commerciali sleali. Per questo, credo sia indispensabile promuovere e potenziare, così come disposto dalla nuova normativa comunitaria sull’OCM unica (Regolamento UE 1308/2013), le aggregazioni tra produttori e quelle tra gli operatori di filiera al fine di stabilizzare i prezzi, incentivare la produzione, gestire le crisi e migliorare la competitività del settore.

Settimanale FAX Conversano – 13.06.2014
La Puglia, purtroppo, su questo versante è in notevole ritardo e, al contempo, soffre da sempre di una eccessiva frammentazione. Fino a quando i protagonisti della filiera saranno divisi tra di loro, nessuno riuscirà a sopravvivere in questo mondo sempre più globalizzato. In Italia, ci sono tanti modelli che funzionano e che riescono a garantire ai produttori un reddito dignitoso. È arrivato il momento di unire le forze per imporsi sul mercato globale. Io, nell’ambito delle mie competenze, sono a disposizione di tutti gli operatori della filiera, per cercare di uscire dall’impasse e di evolvere verso modelli che garantiscano la sopravvivenza di tutti. Non è difficile, basta solo la volontà. Una volontà che può tradursi in un futuro se non roseo quantomeno dignitoso e redditizio per gli agricoltori pugliesi che, se ben indirizzato dalla politica e da chi amministra la cosa pubblica, può divenire presto realtà.
Giuseppe L’Abbate
Capogruppo M5S Commissione Agricoltura – Camera dei Deputati

Settimanale FAX – 20.06.2015
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