Nonostante la nostra forte opposizione in Parlamento, il Governo e la maggioranza PD hanno tirato dritto sullo scioglimento del Corpo Forestale dello Stato e ad oggi non vi è alcuna garanzia che vengano assicurati gli stessi livelli di tutela ambientale, presidio del territorio e contrasto alle agromafie che il Corpo ha assicurato nei decenni. Parallelamente cala l’incertezza anche sul futuro delle Polizia provinciale, lasciando i cittadini con il timore di vedersi privati di importanti funzioni di salvaguardia e controllo dei territori e dell’ambiente.
La nuova formulazione dell’articolo 5 del Decreto legge 78 Enti locali non scongiura la frammentazione dei corpi e servizi di polizia provinciale, destinando il personale ai “vigili urbani”, attraverso ambigue e caotiche procedure di mobilità a seconda delle carenze di organico nelle polizie municipali.
Se da un lato Province e Città Metropolitane individueranno il proprio personale di polizia locale necessario alle funzioni fondamentali di tutela dell’ambiente e controllo della circolazione stradale, oltre al ricollocamento nelle Regioni presso le proprie strutture allo stato attuale, sono ignoti al Parlamento i criteri di assegnazione, se non un generico rimando a leggi regionali da emanare entro il 31 ottobre. Temiamo che l’unico criterio adottato sarà quello economico della provincia di appartenenza, che potrà generare soluzioni disomogenee sul territorio nazionale. Inoltre, resta la grave illogicità di destinare il personale delle polizie provinciali a quelle municipali: gli agenti, infatti, sono competenti soprattutto in ambito di controllo ambientale, come la vigilanza sulle attività di caccia e pesca, ed è forte il rischio che si disperda la professionalità acquisita nel corso di decenni di attività sul territorio. Per questo, durante l’esame del provvedimento alla Camera chiederemo al Governo cosa ne sarà di tali funzioni e se davvero non si rischia una clamorosa quanto dannosa dispersione di questo prezioso patrimonio professionale che l’Italia, vista la recrudescenza dei reati ambientali ed agroalimentari, non si può certo permettere per tutelare le imprese sane che creano reddito e posti di lavoro onestamente.