Il carrubo più grande e longevo di Puglia, tra i primi nel mondo, ha potuto finalmente tirare un sospiro di sollievo e, con esso, l’intero carrubeto monumentale che lo circonda nell’agro di Polignano a Mare (BA). La Snam ed i proprietari dei terreni hanno, infatti, chiuso il contenzioso sul percorso del metanodotto della discordia che, nel progetto originario, definitivamente approvato il 28 gennaio scorso in Conferenza dei Servizi presso il Servizio Ecologia Regione Puglia, sventrava il carrubeto e ne metteva in pericolo gli esemplari monumentali. Il tubo del gas, dunque, non seguirà più tale percorso, dai proprietari duramente contestato, ostacolato ed impugnato in varie sedi istituzionali (tanto vigorosamente da bloccare il rilascio della Autorizzazione Unica che avrebbe dato il via libera ai lavori) ma sarà spostato a ridosso del confine con il fondo limitrofo, cioè al limite del carrubeto, mettendo così al sicuro le pregiate essenze arboree. Inoltre, la quasi totalità della tubazione sarà “incamiciata”, cioè chiusa in un cunicolo di sicurezza.

La Gazzetta del Mezzogiorno – 28.05.2016
Ciò non toglie che i lavori di posa del metanodotto saranno eseguiti ugualmente da una piccola squadra speciale, con l’adozione di speciali cautele e l’uso di mezzi meccanici di piccole dimensioni e poco invasivi, “al fine di non danneggiare le piante di carrubo ed ulivo ivi insistenti”. Il confronto con Snam, tanto civile e garbato nei toni quanto duro e serrato nella sostanza, nel contrasto tra le rispettive posizioni ha visto prevalere il buon senso comune ed individuare il giusto punto di equilibrio che garantisse l’integrità del carrubo gigante e del suo habitat naturale e l’urgenza della costruzione del nuovo metanodotto, da completare in brevissimo tempo. La vicenda del “Patriarca” di Polignano era persino approdata sui tavoli del Governo Renzi e della Giunta Emiliano grazie a due interrogazioni redatte da me e dalla consigliera regionale Antonella Laricchia.
- Settimanale FAX – 21.05.2016
Tutta l’epopea del carrubeto monumentale porta ad una inesorabile conclusione: il fallimento dell’Amministrazione Vitto. Quando un’Amministrazione non riesce a tutelare l’interesse pubblico, quando un’Amministrazione risulta non credibile ai tavoli di concertazione con aziende come la SNAM, quando un’Amministrazione tradisce le promesse fatte in campagna elettorale, allora non si può non parlare di fallimento di questa Amministrazione. Sì, perché in questa vicenda se non ci fosse stata la tenacia messa in campo dai proprietari del carrubeto, a quest’ora non avremmo più il “gigante” di Polignano e tutti avremmo “perso” qualcosa. Infatti, è grazie alla determinazione della proprietà se si è riusciti a raggiungere un accordo con la SNAM che ha portato alla rettifica del percorso e quindi al salvataggio del patriarca di Polignano. La domanda da porsi, però, è un’altra. Come è possibile che un singolo cittadino abbia potuto raggiungere un risultato così importante e l’Amministrazione comunale no? A questa domanda si potrebbero dare diverse risposte. Si potrebbe parlare d’incapacità. Ma se così fosse, allora significa che i nostri amministratori non sono in grado di amministrare il nostro paese e, dunque, dovrebbero quanto prima sollevarsi dall’incarico. Si potrebbe parlare d’ignavia. Ma se così fosse, allora significa che i nostri amministratori intervengono solo sulle questioni che loro ritengono “interessanti” e, pertanto, risultano inadeguati per amministrare la “cosa pubblica”. Si potrebbe parlare di superbia. Ma se così fosse, allora significa che i nostri amministratori applicano il motto fascista “o con noi o contro di noi” per cui non rappresentano l’intera comunità ma solo una piccola parte. Insomma, qualsiasi siano le motivazioni del fallimento, l’Amministrazione Vitto ha fatto realmente una magra figura dimostrando tutta la sua mediocrità. Ora c’è solo una scelta che dovrebbe prendere per cercare di salvare la faccia, andare a casa.

Settimanale BLU – 28.05.2016
In definitiva, l’accordo tra la Snam e la proprietà del carrubeto (la quale ha espressamente richiesto una indennità di servitù esattamente uguale a quella di tutti gli altri proprietari) si è chiuso a beneficio della popolazione polignanese che avrà il nuovo metanodotto in tempi brevissimi – mentre, in mancanza di accordo, la questione sarebbe andata avanti per diversi anni sino alla finale decisione del Consiglio di Stato – e, al tempo stesso, ha avuto salvo il suo “Patriarca”, un patrimonio della collettività, un “testimone del tempo” venuto alla luce più di mille anni or sono.

Settimanale FAX – 06.08.2016

La Voce del Paese – 01.09.2016

Settimanale FAX – 29.04.2017

Settimanale FAX – 13.05.2017

La Voce del Paese – 05.05.2017
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