Prima la restituzione al “Fondo per l’Ammortamento del Debito Pubblico” visto il diniego dei Presidenti Boldrini e Grasso di aprire un conto dedicato in Camera e Senato, poi la lotta con l’ex Ministro dell’Economia e Finanza Saccomanni e finalmente l’apertura del “Fondo per le piccole e medie imprese”. Oggi, con Emanuele Scagliusi torniamo a restituire le eccedenze di stipendi e diarie: e dopo aver restituito circa 64 mila euro da metà marzo ad ottobre 2013, negli ultimi 5 mesi (da novembre 2013 a marzo 2014) conferiamo al Fondo PMI altri 58.376,21 euro. In totale, dunque, dal nostro ingresso a Montecitorio abbiamo rinunciato a 121.920,32 euro.
La scelta del M5S di dove bonificare le eccedenze si è focalizzata, sin dall’inizio, su un fondo che consentisse l’applicazione di più favorevoli condizioni economiche quando una piccola e media impresa italiana chiede un finanziamento ad una banca o ad un intermediario finanziario. Ma come funziona? Il Fondo per le PMI interviene a garantire il finanziamento concesso: l’impresa che ha bisogno di un finanziamento può, dunque, chiedere alla banca di garantire l’operazione mediante la garanzia offerta dal fondo e, pertanto, in relazione alla quota garantita che in alcuni casi può arrivare al 100%, l’intervento dell’intermediario finanziario (banca o confidi) è a rischio zero in caso di insolvenza dell’impresa perché il suo credito viene risarcito dal fondo centrale di garanzia e, in caso di esaurimento fondi, direttamente dallo Stato. Possono accedere al fondo tutte le PMI italiane, comprese quelle artigiane.
Il nostro è un minimo contributo alle PMI del nostro Paese tartassate ogni giorno di più da una politica che mira allo spot, allo slogan e non ad azioni concrete. Non ci resta che invitare tutti gli interessati ad approfondire i meccanismi di funzionamento del fondo sul sito www.fondidigaranzia.it/imprese.html: si parla di soldi certi a disposizione di tutti gli italiani che possono aiutare chi è in difficoltà. Quel che diciamo, facciamo e continueremo a fare.