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Dai 18 mesi si passa alla discrezione dei produttori sulla data di scadenza. Muro del PD e Governo alle richieste M5S. Spaccatura nella maggioranza
Dai 18 mesi si passa alla discrezione dei produttori sulla data di scadenza. Muro del PD e Governo alle richieste M5S. Spaccatura nella maggioranza

Olio: la data di scadenza diventa discrezionale

Scompare la data di scadenza sull’olio d’oliva. Anzi, la data di imbottigliamento. Per essere sostituita con una generica data di scadenza che riporta un “preferibilmente”. Un vero e proprio tumulto in aula della Camera dei deputati nel corso della discussione sulla legge europea che ha in oggetto anche alcune norme sull’olio d’oliva tra cui la scadenza e la cromatura.

 

VOTO OLIO SCADENZA

 

Due i fronti: da un lato Governo e PD con Nicodemo Oliverio e Luca Sani, dall’altro il Movimento 5 Stelle con Filippo Gallinella e me e Forza Italia con Paolo Sisto a denunciare una mancanza di tutela nei confronti di produttori e consumatori. Ma alla fine la norma è passata così, con Colomba Mongiello (PD) nell’imbarazzante ruolo di dover “dissentire dal suo gruppo”. Con la consueta assenza del ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, scompare dunque l’obbligo di scrivere in etichetta la scadenza entro i 18 mesi.

 

 

Ora il tutto è a totale discrezione del produttore. Dispiace dirlo, ma il Partito Democratico ed il Governo Renzi piuttosto che tutelare uno dei prodotti d’eccellenza del made in italy agroalimentare preferiscono fare gli interessi di qualche altro ma non del popolo italiano. Abbiamo presentato sia un emendamento per reintrodurre la data di scadenza sia per inserire, finalmente, la data di imbottigliamento ma abbiamo raccolto solo il niet della maggioranza. Un ‘no’ che c’è stato anche ad emendamenti che puntavano giustamente ad un metodo di conservazione più adeguato per garantire le qualità organolettiche dell’olio o che miravano ad aumentare le sanzioni per chi non rispetta le regole.

 

Il Giornale - 01.07.2016

Il Giornale – 01.07.2016

 

Governo e Partito Democratico sembrano avere più a cuore le sorti di qualche lobby straniera o di qualche diktat da Bruxelles piuttosto che il comparto agroalimentare nazionale, i piccoli e medi produttori nonché i consumatori italiani. Dal sempre più disinteressato ed assente ministro Martina attendiamo ancora una straccio di piano olivicolo che solo grazie al Movimento 5 Stelle è stato possibile approvare, dopo 30 anni che hanno visto l’Italia dormire, facendosi surclassare e doppiare dalla Spagna nella produzione di olio. Il Governo, inadempiente, non ha ancora provveduto a redigerlo come da input della Camera e non ci si dovrebbe stupire poi se, appena possono, i cittadini bocciano chi preferisce le lobbies europee all’interesse nazionale.

 

 

Il Mattino di Foggia - 30.06.2016

Il Mattino di Foggia – 30.06.2016

 

La Repubblica Bari - 30.06.2016

La Repubblica Bari – 30.06.2016

 

Il Tempo - 03.07.2016

Il Tempo – 03.07.2016

 

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