Ogniqualvolta compriamo una latta o una bottiglia di olio di oliva, prezioso condimento immancabile protagonista della dieta mediterranea e dei sapori della cucina Made in Italy, dobbiamo fare attenzione a che tipologia di olio stiamo acquistando.
L’attuale classificazione degli olii d’oliva, infatti, è stabilita dalla regolamentazione dell’Unione europea che ha introdotto, relativamente alle caratteristiche che devono possedere le diverse categorie di olio, elementi non previsti all’epoca in cui fu emanata la legge italiana inerente le sanzioni. Ovvero la legge 1407 del 1960 attualmente in vigore.
Ad esempio le caratteristiche organolettiche, i limiti degli isomeri trans dell’acido oleico, principale componente dell’olio di oliva, ed altre caratteristiche legate all’evoluzione analitico-scientifica. Inoltre, non vengono previste alcune tipologie di esame per la classificazione degli olii di oliva.
In definitiva l’apparato sanzionatorio non è adeguato a quelle che sono state le evoluzioni nel mondo dell’olio di oliva negli ultimi 50 anni e, incredibilmente, non utilizza strumenti, tecniche e caratteristiche divenute scientificamente obiettive per stabilire le diverse tipologie e qualità di olio di oliva. Pertanto, per rassicurare i consumatori sull’olio d’oliva che stanno acquistando e per tutelare e sostenere i produttori di qualità si rende necessario adeguare il panorama sanzionatorio nazionale in funzione alle designazioni e definizioni degli oli di oliva e degli oli di sansa di oliva così come previste dal legislatore dell’Unione europea.
Per far questo, ho presentato una proposta di legge che integra il decreto legislativo 23 maggio 2016, n. 103 con disposizioni che consentano di adeguare il sistema sanzionatorio alle nuove disposizioni comunitarie creando una sorta di ‘testo unico’ sanzionatorio. Per una volta che l’Unione europea ci garantisce una innovazione a tutela della parte sana della filiera commerciale, dal produttore al consumatore mi sembra quantomeno opportuno cogliere questa occasione e far sì che le normative italiani in materia non rimangano obsolete. Mi auguro, dunque, che la proposta possa iniziare quanto prima l’iter parlamentare alla Camera a difesa dell’oro verde, dei suoi produttori e dei suoi estimatori.
QUALE OLIO TROVIAMO IN BOTTIGLIA?In Italia l’apparato sanzionatorio non è adeguato a quelle che sono state le evoluzioni nel mondo dell’#olio di oliva negli ultimi 50 anni e, incredibilmente, non utilizza strumenti, tecniche e caratteristiche divenute scientificamente obiettive per stabilire le diverse tipologie e qualità di olio di oliva 🍈Per questo ho presentato una proposta di legge, ora in discussione sul portale LEX di #Rousseau.Guarda il video e scopri di cosa si tratta!
Publiée par Giuseppe L'Abbate – Cittadino a 5 Stelle sur Mercredi 8 août 2018

La Gazzetta del Mezzogiorno – 01.11.2018

Il Quotidiano di Bari – 01.11.2018
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