La mozzarella di Gioia del Colle è finalmente DOP? Falso. O meglio, non ancora.
Ho seguito l’iter, non poco travagliato, dei promotori di questa lodevole iniziativa per la valorizzazione di un prodotto locale del nostro territorio sin da quando ero semplicemente deputato della Commissione Agricoltura della Camera. Sono trascorsi tre anni esatti dall’incontro informativo che tenemmo a Lamadacqua a Noci dove partecipò il professor Michele Faccia, associato del Dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli ambienti presso l’Università di Bari che ha collaborato nello stilare il disciplinare della mozzarella di Gioia del Colle DOP.
Oggi, dopo aver superato le resistenze del consorzio della mozzarella di bufala campana DOP e alcuni rilievi provenienti da Germania e Stati Uniti, il riconoscimento è ad un passo. Mancano pochi giorni all’ufficializzazione. Contrariamente ad alcune notizie che sono state veicolate negli ultimi giorni, infatti, non siamo ancora giunti al risultato pieno, sebbene siamo oramai in dirittura d’arrivo. Gli uffici ministeriali mi rassicurano di aver sgombrato il campo da eventuali ulteriori opposizioni ma per dire gatto, attendiamo di averlo nel sacco. È importante, però, non pensare alla DOP come un punto di arrivo quanto piuttosto come un primo passo verso una valorizzazione e una tutela oltre i nostri confini di un prodotto tipico del nostro territorio. Sarà fondamentale, infatti, per una sua promozione adeguata che conferisca quel valore aggiunto in grado di gratificare sia le attività zootecniche sia i caseifici e le imprese casearie. L’impegno del Ministero delle Politiche Agricole non mancherà nell’affiancare produttori e trasformatori pugliesi, a cui rinnovo tutta la mia disponibilità.