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Il nuovo Governo di Paolo Gentiloni, detto anche Renzi-Bis, regala 20 miliardi a Monte dei Paschi di Siena senza nazionalizzarla
Il nuovo Governo di Paolo Gentiloni, detto anche Renzi-Bis, regala 20 miliardi a Monte dei Paschi di Siena senza nazionalizzarla

Monte dei Paschi ed il regalo di 20 miliardi

L’ex premier Renzi aveva sentenziato “fassinamente” lo scorso 22 gennaio in tv: “Mps ora è risanata. Investire è un affare”. Dal quel momento a oggi il titolo ha perso circa il 60% e la situazione di Siena è quella che abbiamo tutti sotto gli occhi. Per cercare di porre rimedio, il Governo Renziloni si è fatto approvare dal Parlamento il via libera per una copertura fino a 20 miliardi allo scopo di garantire liquidità e rafforzamento patrimoniale al sistema bancario, con una misura sulla carta denominata “one-off”, ovvero temporanea.

Si è preferita, ancora una volta, la fretta senza pretendere tempo dalla Ue e dalla Bce e magari attendendo i risultati dell’ispezione di Francoforte sui crediti deteriorati di Mps in via di cartolarizzazione, con tanto di deconsolidamento degli stock. Abbiamo visto con le quattro banche risolute che la fretta non paga: perché se vai di fretta è il compratore che fa il prezzo. Eppure vi erano tutti gli appigli normativi per chiedere un rinvio. Il salvataggio di Siena, infatti, è una operazione di sistema e per questo una ricapitalizzazione pubblica di Mps da parte del Tesoro, che il M5S chiede da tempi non sospetti, è inevitabile. Dagli Usa alla Germania, passando per la Gran Bretagna, tutti i governi dei Paesi più avanzati hanno utilizzato migliaia di miliardi per i bail-out bancari. Riteniamo che la tutela costituzionale dei risparmiatori venga prima di tutto e che la ricapitalizzazione di Mps consenta allo Stato di mettere radicalmente mano alla governance della banca, cacciando via gli amministratori che hanno generato disastri, compreso l’ultimo voluto da Renzi, e rivedendo la politica della remunerazione e dei bonus ai manager.

Fu lo stesso leader del Partito Democratico a denunciare, peraltro, le malefatte del suo partito senza fare, però, i nomi. Al quotidiano La Repubblica disse in modo vago: “Su Mps non prendiamoci in giro: le responsabilità di una parte politica della sinistra, romana e senese, sono enormi”. Da allora, nessun “responsabile” – o sarebbe meglio dire “colpevole” – si ha notizia.

Serve una bad bank di Stato, forte di una garanzia pubblica. Va condotta un’analisi seria sui crediti deteriorati Mps e vanno individuate colpe e responsabilità, prima di impacchettare i crediti deteriorati in tranche omogenee ai fini della cartolarizzazione. In ogni caso, nel progetto del Movimento 5 Stelle, l’azione diretta dello Stato sarebbe affiancata e sostituita in prospettiva da quella della Banca pubblica di investimento (Bpi) che resterebbe in mano al Tesoro, con una partecipazione possibile di CdP, e che opererebbe sul modello delle banche pubbliche tedesca e francese: nulla di nuovo in seno alla Ue. Lo stato, dunque, rappresenterebbe un investitore “paziente” che non cerca alti rendimenti subito, ma orienta le banche al servizio delle esigenze delle famiglie e delle piccole e medie imprese. Il Governo, oggi, ha preferito ancora una volta dare 20 miliardi di euro delle tasse dei cittadini ad un sistema che va regolamentato e modificato: soldi che daranno in mano alle stesse persone che hanno causato il buco attuale. Incredibile!

 

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