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Si è tenuto a Montecitorio il giuramento del neo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con la lettura del rituale discorso di insediamento
Si è tenuto a Montecitorio il giuramento del neo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con la lettura del rituale discorso di insediamento

Mattarella: giudicheremo i fatti, non le parole

Ieri a Montecitorio, a camere riunite, si è tenuto il giuramento del neo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con la lettura del rituale discorso di insediamento. Disdicevoli e irritanti gli applausi fatti partire dalla maggioranza ad ogni parola pronunciata dal neo Presidente, quasi a sminuire il suo intervento più che ad esaltarlo ed acclamarlo. Si applaudono i “pensieri”, non le parole perché le parole da sole non significano niente! Nel Transatlantico abbiamo vissuto la riedizione de “Il risveglio dei morti viventi”, assistendo di fatti ad un viavai di democristiani della Prima Repubblica, tutti ringalluzziti dall’elezione di Mattarella. Si è rivisto persino Paolo Cirino Pomicino: due volte prescritto e due volte condannato rispettivamente a 1 anno e 8 mesi per finanziamento illecito ai partiti nel Processo ENIMONT, e a due mesi per corruzione, patteggiate nel 2002 nell’ambito dell’inchiesta sui fondi neri Eni.

Personalmente avrei gradito che, come prima azione, il neo presidente della Repubblica sciogliesse direttamente le Camere, dato che proprio Mattarella è stato nel collegio che bocciò il Porcellum, per cui oggi abbiamo un Parlamento illegittimo. So perfettamente, però, che questa mia richiesta è un’utopia e per questo inaccettabile e, quasi, improponibile, ma andiamo avanti. Ogni tanto piace anche a me sognare.

Quello su cui vorrei, invece, porre l’attenzione è il discorso letto dal neo Presindente. In particolare vorrei soffermarmi su due passaggi che ritengo importanti dal nostro punto di vista e che ci ha visto più volte critici nei confronti dell’ex Presidente Giorgio Napolitano.

Il primo è il seguente:

Vi è anche la necessità di superare la logica della deroga costante alle forme ordinarie del processo legislativo, bilanciando l’esigenza di governo con il rispetto delle garanzie procedurali di una corretta dialettica parlamentare”.

Questo passaggio è molto importante, perché significa che il Presidente Mattarella vuole ridare – almeno nelle intenzioni – centralità al Parlamento come da dettato costituzionale. Questa è una cosa fondamentale perché Camera e Senato non possono trasformarsi in meri esecutori delle volontà del Governo, trasformando quasi mille parlamentari in semplici “schiaccia bottoni”.

Il secondo passaggio che ritengo importante è questo:

Nel linguaggio corrente si è soliti tradurre il compito del capo dello Stato nel ruolo di un arbitro, del garante della Costituzione. E’ una immagine efficace. All’arbitro compete la puntuale applicazione delle regole. L’arbitro deve essere – e sarà – imparziale”.

Napolitano nei suoi nove anni di mandato non è mai stato imparziale. Il Presidente Mattarella nel suo discorso ha voluto sottolineare che lui lo sarà.

Certamente questi due passaggi del discorso saranno stati indigesti per Napolitano e per Renzi. L’unico auspicio è che il neo Presidente li faccia rispettare realmente e mantenga la parola data. Non sarà difficile verificare tutto ciò e, soprattutto, non ci sarà troppo da attendere.

Da tutto ciò passerà la mia valutazione personale sul neo Presidente Mattarella. Fare commenti ora è inutile e pretestuoso. Machiavelli diceva “Giudica alle mani, non agli occhi”. Per questo giudicherò guardando i fatti e non le apparenze.

In conclusione, la cosa che più mi è dispiaciuta è non aver sentito nessun riferimento al reddito di cittadinanza, un diritto che ogni italiano dovrebbe avere perché in un paese civile ognuno deve avere una vita dignitosa.

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