Il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, in audizione presso la Commissione Agricoltura a Montecitorio, raccoglie gli input dei diversi gruppi parlamentari. Tra questi, quelli del Movimento 5 Stelle che gli chiede di battersi in Europa per una Politica Agricola Comune (PAC) che garantisca i fondi ai “veri agricoltori” con un’identificazione rapida e chiara del cosiddetto “agricoltore attivo”, ritenuta la fucina delle eccellenze agroalimentari Made in Italy e allo stesso tempo parte più colpita dalla concorrenza dei prodotti importati a prezzi stracciati e di bassa qualità.

Settimanale FAX – 18.03.2017
Allo stesso tempo è necessaria la semplificazione delle attuali regole ‘greening’ soprattutto per le aree svantaggiate, in modo da velocizzare le pratiche di pagamento e favorire l’insediamento e l’aggregazione dei produttori agricoli nelle aree più scomode del Paese. Tra le misure prioritarie inserite nella nostra mozione per una Pac post 2020 proponiamo, la revisione dell’attuale ‘sistema dell’aiuto accoppiato’ focalizzandolo sulle produzioni in difficoltà e costituendo un ‘Fondo per gli interventi di crisi in Agricoltura’ per il sostegno durante le crisi di mercato; interventi contro epizoozie, fitopatie e calamità naturali non ricomprese nell’attuale gestione del rischio; ristrutturazione dei settori oggettivamente in crisi (olivicoltura, cerealicoltura, zootecnia, prati di montagna ecc). Infine, nella Pac del futuro occorre prevedere nei PSR misure specifiche a sostegno delle colture di pregio paesaggistico che, diversamente dalle altre, hanno un alto valore ambientale ma non commerciale in modo che l’agricoltore possa contare su un sussidio economico per mantenerle (oliveti monumentali, agrumeti caratteristici, vigneti storici ecc).
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