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Risposta all'agricoltore lettore del Settimanale FAX (ed. Polignano) del 19.03.2014
Risposta all'agricoltore lettore del Settimanale FAX (ed. Polignano) del 19.03.2014

L’urlo di dolore di un agricoltore

Risposta all’agricoltore lettore del Settimanale FAX (ed. Polignano) del 19.03.2014

 

Gentile Direttore,

leggendo l’ultimo numero di FAX, non ho potuto ignorare l’urlo di dolore lanciato da un agricoltore tramite una lettera firmata, per questo mi sento in dovere di chiederLe uno spazio per cercare di dare il mio modesto contributo.

Le tre gambe del processo economico – produzione, commercio, consumo – si risanano restituendo ai produttori dignità ed orgoglio, valorizzando il commercio riconsegnandogli il ruolo indispensabile di equilibrio e responsabilizzando i consumatori.

Per questo a maggio 2012 avevamo presentato un progetto per la realizzazione di un “Emporio Territoriale”. L’idea dell’Emporio nacque dalla consapevolezza della scarsa propensione alla collaborazione tra produttori, tra artigiani, tra commercianti, insomma, tra polignanesi. Fino a quando un produttore del mondo agro-alimentare si vedrà riconoscere una quota così vergognosamente bassa del prezzo finale (al consumo) di ogni alimento, non potrà mai rinascere una comunità sana: socialmente prima ancora che economicamente. Il principio dell’Emporio Territoriale prevedeva la restituzione di una quota-parte della vendita dei prodotti finiti ai produttori: a tutti i produttori.

L’apporto delle Istituzioni Locali nel processo di ri-appropriazione delle culture e colture locali risulta essenziale, a partire dall’Amministrazione Comunale. Attraverso un progetto come l’Emporio, il Comune, ad esempio, riassumerebbe quel ruolo naturale di sintesi ed armonizzatore tra le parti a cominciare dal mettere a disposizione gli spazi per la realizzazione di un progetto che vedrebbe nel concreto la collaborazione tra i cittadini produttori, commercianti, consumatori. Ad oggi, purtroppo, la nostra Amministrazione Comunale ha latitato parecchio e continua a farlo.

Un altro aspetto su cui vorrei porre l’attenzione è il seguente. L’agricoltura moderna, estremamente indirizzata verso la meccanizzazione, richiede estensioni di terreno pianeggiante che in Italia difettano, sia per la configurazione naturale orografica, sia per l’antropizzazione spinta del territorio. Si uniscono a queste cause naturali molti mali endemici dell’agricoltura italiana. Per reagire a questa situazione gli agricoltori devono necessariamente unirsi e collaborare tra di loro per coltivare, trasformare, conservare, distribuire prodotti agricoli o zootecnici. Tutti gli aiuti europei ormai premiano chi è in grado di coalizzarsi in cooperative o qualsiasi altra forma. Gli agricoltori devono prendere coscienza di questa realtà altrimenti per loro sarà la fine. Io sono pronto a metterci faccia e lavoro per creare un progetto che metta insieme gli agricoltori di Polignano. Un progetto che sia in grado di rilanciare il lavoro e garantir loro un reddito. Il presupposto per arrivare a questo però è la fiducia, il cui fondamento è la totale trasparenza. Se gli agricoltori non imparano a fidarsi tra di loro, non ci saranno mai i presupposti per poter creare qualcosa.

A livello nazionale, un’altra problematica di grande rilevanza è la crescente divaricazione tra prezzi all’origine, prezzi all’ingrosso e prezzi al consumo in cui giocano un ruolo da “leone” l’agroindustria e la grande distribuzione. Il nodo gordiano della questione è la trasparenza. La scarsa trasparenza nelle filiere trasferisce valore aggiunto da un segmento all’altro illegalmente, nei luoghi in cui si rilevano (e impropriamente si fissano) i prezzi e cioè le borse merci. Per questo sto per presentare una proposta di legge che abolisca le Borse Merci (istituite da un decreto regio nel 1913) e introduca le CUN (Commissioni Uniche Nazionali) di filiera il cui scopo sarà quello di riformare i meccanismi di formazione dei prezzi in agricoltura. Non è più possibile, infatti, vedere ricchezza che si dissipa nella filiera produttiva senza arrivare al primo anello della catena, ovvero al produttore.

Oggi siamo arrivati ad un momento chiave della nostra storia. Il tempo di piangerci addosso è terminato, come anche quello di attendere il “salvatore della patria”. Nessuno ci salverà se non noi stessi. Per questo dico a tutti gli agricoltori di lasciarsi alle spalle vecchi personalismi e di unirsi per assicurare un futuro ai propri figli. Io e tutto il M5S siamo a disposizione.

Giuseppe L’Abbate

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