A garantire lo status speciale è la legge n. 159 del 2000 che aggiorna la precedente del 1965 e ratifica l’accordo relativo ai privilegi e alle immunità del CIHEAM (Centro internazionale di alti studi agronomici mediterranei) in Italia e della sua emanazione IAM (Istituto agronomico mediterraneo) di Valenzano (Bari). Una situazione assurta alla ribalta delle cronache a causa dell’affaire “Xylella fastidiosa” che ha visto proprio nel comune barese, nel 2010, svolgersi un workshop di studio su alcune malattie delle piante, tra cui anche quella causata dal batterio da quarantena che ha colpito gli oliveti salentini del quale è stato fisicamente portato un campione. Vicenda finita al centro dell’inchiesta aperta dalla Procura di Lecce, coordinata dal sostituto procuratore Elsa Valeria Mignone, nonché nell’ultimo rapporto sulle agromafie elaborato da Eurispes, Coldiretti e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura, dove è dedicato un capitolo allo “strano caso della Xylella fastidiosa” in Puglia. Dopo pressioni mediatiche, lo IAM ha garantito collaborazione al pool leccese sui reati ambientali, ma permane uno status a dir poco “speciale”.

La Gazzetta del Mezzogiorno – 17.06.2015
Parliamo di veri e propri privilegi di cui non possono assolutamente godere gli istituti di ricerca pubblici e che pone il CIHEAM in Italia in una situazione di totale immunità nonché di vantaggio competitivo nei confronti degli altri istituti di ricerca pubblici. Un caso pressoché unico nello scenario europeo e forse mondiale. Questa condizione, peraltro, appare del tutto ingiustificata per un istituto scientifico che svolge ricerche finanziate con denaro pubblico e la cui operatività, pertanto, dovrebbe essere trasparente e verificabile in qualsiasi momento. Abbiamo richiesto al Governo Renzi, con una risoluzione in Commissione Affari Esteri a Montecitorio, di riconsiderare gli accordi internazionali alla base dello status speciale accordato all’Istituto agronomico mediterraneo di Bari al fine di revocare immunità e privilegi.
Relativamente all’organizzazione, sia al CIHEAM sia allo IAM, sono riconosciute le usuali immunità dalla giurisdizione di cognizione ed esecutiva, la protezione degli archivi e l’immunità da qualsiasi forma di perquisizione, requisizione, confisca ed esproprio. Allo IAM, in quanto istituzione, sono inoltre accordate: l’esenzione da qualsiasi tassazione diretta su averi, redditi ed altri beni; l’esenzione da dazi doganali per l’importazione di merci destinate ad attività istituzionali e dal pagamento dell’IVA e di altre imposte indirette per acquisti rilevanti di beni e servizi connessi all’attività istituzionale ed all’esercizio delle funzioni; l’esenzione dal pagamento di dazi doganali sull’importazione di autoveicoli destinati ad uso ufficiale e l’esenzione dal pagamento delle tasse automobilistiche ed il diritto all’acquisto di un contingente di benzina o altri carburanti ed olii lubrificanti in esenzione da dazi, accise ed IVA.

La Gazzetta del Mezzogiorno – 18.06.2015
In relazione alle immunità del personale, invece, al direttore, se straniero e non residente permanente in Italia, viene accordata l’immunità diplomatica così come delineata dalla convenzione di Vienna del 1961, ovvero dalla giurisdizione penale, civile e amministrativa e da ogni misura d’esecuzione. Inoltre, è esente dalla richiesta di permesso di soggiorno unitamente ai suoi familiari. Se italiano o residente permanente in Italia, il direttore gode delle sole immunità funzionali. I membri del personale e gli esperti, se stranieri e non residenti permanenti in Italia, poi, godono di immunità funzionali e da ogni forma di misura cautelare restrittiva della libertà personale, eccetto in caso di flagranza o di reato che comporti una pena detentiva non inferiore nel massimo a 3 anni e, unitamente ai familiari, non hanno necessità del permesso di soggiorno. Se italiani o residenti in Italia, godono invece delle sole immunità funzionali. Infine, il personale, che non sia cittadino italiano o che non fosse residente permanente al momento del reclutamento, ha diritto all’esenzione da ogni forma di tassazione diretta sui salari, emolumenti, indennità e pensioni e dall’importazione, in franchigia doganale, di mobili ed effetti personali. Il direttore, se non italiano e residente permanente al momento della nomina, gode anche dell’esenzione da ogni imposta indiretta (IVA, accise e dazi doganali) sugli acquisti per uso personale di beni e servizi, nonché l’imposta di registro in quanto ha rango di capomissione. Per motivi funzionali, gli sono concessi anche targa diplomatica e relativo contingente di benzina.
Una lunga serie di privilegi ed immunità non goduti assolutamente dagli altri istituti pubblici di ricerca che si trovano, dunque, in una posizione di netto svantaggio competitivi per la partecipazione a bandi o nel proseguo dei lavori di competenze. Ora, chiediamo di porre fine o, quantomeno, di rimodularli attraverso una risoluzione. Ad impegnare il Governo sarà la Commissione Affari Esteri della Camera, mentre spetterà all’Esecutivo rivedere i criteri dell’accordo internazionale una volta approvata la risoluzione 5 Stelle.

La Gazzetta del Mezzogiorno – 19.06.2015