Possono, nonostante lo stanziamento di fondi europei, “un ballatoio tarlato dal tempo e una scala inaffidabile in quanto vetusta” impedire di accedere a documenti storici unici e fonte preziosa di informazioni di varia natura sugli anni settecenteschi del meridione d’Italia? È quello che, purtroppo, accade presso l’Archivio di Stato di Napoli, nella bellissima Sala Catasti all’interno del magnifico complesso dell’ex convento dei ss Severino e Sossio. Ad incappare nell’amara scoperta, il pugliese Carlo De Luca, studioso locale ed autore di numerose pubblicazioni, alla ricerca del Catasto Onciario di Polignano a Mare (BA), suo comune.

Il Fatto Quotidiano – 18.04.2016
Si tratta del Catasto Onciario del 1752, precursore degli odierni catasti, uno strumento fiscale istituito da re Carlo III di Borbone affinché “i pesi siano con uguaglianza ripartiti e il povero non sia caricato più delle sue deboli forze ed il ricco paghi secondo i suoi averi”. Delle due copie previste però dal regno di Napoli, quella relativa al comune pugliese non è mai stata riversata all’Archivio di Stato di Bari in quanto distrutta in fatti d’arme del 1799 mentre l’unica copia superstite giace, inaccessibile, presso la sede napoletana. Nonostante una fitta corrispondenza tra De Luca e diversi organi amministrativi, dove spunta pure che i lavori di restauro della Sala Catasti sono slittati a data da destinarsi, a causa della perdita dei fondi europei stanziati per il progetto e alla loro riassegnazione sulla nuova programmazione 2016-2020. Una situazione che ha dell’incredibile e che giunge ora all’attenzione del ministro della Cultura Dario Franceschini grazie ad una mia interrogazione parlamentare.

La splendida Sala Catasti dell’Archivio di Stato di Napoli
Come negare platealmente agli studiosi il diritto di accedere alle fonti del sapere, interrompere un pubblico ed essenziale servizio che, peraltro, sarebbe stato facile ripristinare efficacemente mediante l’ausilio dei Vigili del Fuoco. Fa specie pensare all’art. 9 della nostra Costituzione (La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica), che dovrebbe essere pane quotidiano al Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, quando ci si trova dinanzi ad episodi di questo tipo. Al ministro Franceschini abbiamo richiesto quali misure intenda intraprendere affinché l’eclatante episodio di lassismo burocratico a nocumento di tantissimi studiosi venga rimosso celermente, così da permettere agli studiosi stessi (a beneficio esclusivo della cultura italiana) di studiare sia il libro di Polignano del Catasto Onciario sia tutti gli aggiornamenti dei libri onciari che sono detenuti esclusivamente presso l’Archivio di Stato di Napoli.

Settimanale FAX – 27.02.2016
1 Commento
Pingback: Polignano torna in possesso del suo Catasto Onciario - Giuseppe L'Abbate | Un cittadino in Parlamento