Contro la crisi del latte in Italia, in un contesto europeo in cui la produzione continua ad aumentare e il prezzo continua a scendere, l’unica soluzione è regolamentare il mercato introducendo delle quote camaleonte, ovvero dei limiti quantitativi che, rispetto al passato, siano modulabili in base alle oscillazioni di domanda e offerta. Una misura a cui vanno affiancati strumenti di aggregazione, come le Organizzazioni di Produttori (Op) e Organizzazioni Interprofessionali (Oi), e di fidelizzazione del consumatore come l’etichetta chiara e trasparente che garantisca la tracciabilità del latte italiano. È la proposta che abbiamo lanciato in Commissione Agricoltura commentando le dichiarazioni del ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, a margine del convegno “La sfida competitività per il Latte italiano” tenutosi a Palazzo Madama.
Il ministro Martina ha annunciato che giovedì presenterà a Bruxelles un position paper per far fronte alla crisi del settore lattiero-caseario. I dati di oggi mostrano che per le aziende più piccole, che in Italia rappresentano il 48% del totale, è impossibile reggere i livelli di competitività in ambito europeo, dove la produzione è ulteriormente aumentata (dall’11% al 13% nel 2015), se non è la politica a regolamentare il mercato, come sostenuto più volte in nostre molte risoluzioni. Oltre ad iniziative in ambito comunitario, il ministro non dimentichi la “spada di Damocle” di Lactalis, la multinazionale che, dopo un’estenuante trattativa, ha concesso un accordo agli allevatori italiani sul prezzo del latte che è in scadenza il prossimo 31 marzo e che rischia di riaprire un nuovo capitolo di sofferenza per il settore.
Per approfondimenti:
2 commenti
Pingback: Latte: battere la crisi regolamentando il mercato
Pingback: Latte: misure positive nel Dl Enti Locali per il comparto - Giuseppe L'Abbate | Un cittadino in Parlamento