Dare una linea politica al Governo per superare l’imperante crisi del settore, figlia di una gestione, purtroppo, scellerata del sistema “quote latte” da parte dell’Italia. È questo l’obiettivo della risoluzione presentata in Commissione Agricoltura dai 5 Stelle: atto che inizia il suo iter di discussione in questi giorni alla Camera dei Deputati. Il M5S punta ad un corretto sistema di etichettatura che indichi l’origine dei prodotti, la sede dello stabilimento di produzione e confezionamento, ma anche i costi dei passaggi produttivi, e insieme lo sviluppo dell’interprofessione nel settore lattiero-caseario, senza dimenticare l’effettiva e corretta applicazione dell’articolo 62 della legge n. 27 del 2012, relativo ai contratti dei prodotti agricoli ed alimentari.
Tra un mese finirà il regime delle quote, uno strumento che sarebbe stato utile e prezioso, poiché fondamentale per calmierare il prezzo dei prodotti, ma che il nostro Paese ha usato in modo sbagliato e spesso negativo, senza peraltro pensare a quale sarebbe stato il futuro della filiera dopo la sua cessazione, a cominciare dalla gestione dell’eventuale surplus produttivo che ne deriverà. Oggi si tenta di correre ai ripari, ma crediamo che l’unica soluzione al momento sia quella dell’interprofessionalità, seguendo gli esempi della Francia o della Germania, che in maniera diversa sono riuscite comunque a valorizzare il settore. Certo, sarebbe auspicabile che, a livello comunitario, si avviasse una seria e concreta discussione sulle condizioni di lavoro e di tutela ambientale che fanno da cornice alla produzione di latte e derivate nei diversi Stati Membri, al fine di ristabilire una parità di condizioni di base che di certo andrebbe a vantaggio di produzioni di qualità come quella italiana.
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