La liberalizzazione della produzione nel settore lattiero-caseario ha evidenziato la fragilità del sistema e, in particolar modo, delle piccole stalle. Ad evidenziarlo, anche uno studio firmato AgroTer e presentato solo poche settimane fa al Senato, da cui è emerso che stalle con circa 150 capi che producono in media 9 tonnellate di latte l’anno (media italiana 8,4, quella europea circa 10) fanno fatica a raggiungere il “break even point”, ovvero in pratica non guadagnano nulla. E considerando che quasi il 50% delle stalle italiane (33.000 in totale) hanno meno di 20 capi e che si trovano in zone svantaggiate o di montagna, vuol dire che se non si fa nulla nel giro di pochi anni si rischia una vera e propria “carneficina sociale”.

Crisi Allevatori Latte – 08.03.2016 – La Gazzetta del Mezzogiorno
Visto che, come riportano i dati, la produzione di latte aumenta mentre i consumi diminuiscono occorre quanto prima riorganizzare a livello di Unione europea un contingentamento, reintroducendo delle “quote camaleonte”, ovvero dei limiti quantitativi che, rispetto al passato, siano modulabili in base alle oscillazioni di domanda e offerta mentre, a livello nazionale, è necessario lavorare su tracciabilità, accordi di filiera e contratti che tengano conto sia di una parte di costo fissa che di una parte variabile, legata alla qualità della materia prima e al mercato, in modo da bilanciare i rapporti di forza tra produttore e trasformatore e, quindi, avere un valore aggiunto del prodotto da distribuire. Le aziende di montagna, poi, non possono essere considerate solo “stalle che producono non a prezzi di mercato” ma andrebbero rivalutate come ‘presidi del territorio’ che impediscono il dissesto idrogeologico e alimentano il turismo. Chiediamo pertanto che il Governo intervenga con aiuti puntuali chiedendo alla Ue misure a sostegno che guardino alla ruralità anziché al mercato, come abbiamo più volte chiesto, inserendole innanzitutto tra gli impegni di revisione della Pac a medio termine e che s’impegni affinché lo Stato regolamenti il mercato per fare in modo che la liberalizzazione selvaggia non travolga i produttori italiani.

Crisi Allevatori Latte – 08.03.2016 – La Gazzetta del Mezzogiorno
Una proposta quella delle cosiddette “quote camaleonte”, come le hanno ribattezzate i 5 Stelle, che trova l’avallo dello stesso commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan, il quale ha aperto alla possibilità di utilizzare l’art. 222 dell’Ocm unica per regolamentare il conferimento del latte e limitarne la produzione. “Stiamo valutando accordi volontari per regolamentare l’offerta in base all’articolo 222 e stiamo vagliando la possibilità di avere l’approvazione di certe misure – ha dichiarato Phil Hogan nel suo intervento nella riunione straordinaria della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo – ma bisognerà sentire il parere della Directorate-General for Competition (COMP)” della Commissione europea. L’articolo 222 del regolamento comunitario 1308/2013 (Ocm unica) consente, infatti, deroghe alle norme antitrust per le organizzazioni di produttori e interprofessionali riconosciute che, in caso di gravi squilibri di mercato, possono adottare misure per stabilizzare il settore interessato.
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