La proposta del Movimento 5 Stelle (a prima firma Loredana Lupo) sullo sviluppo della filiera della canapa industriale è divenuta finalmente legge, grazie all’approvazione in Senato all’unanimità in Commissione Agricoltura, riunita in sede deliberante. Questa nuova normativa permetterà agli agricoltori e ai produttori di lavorare con una legislazione più puntuale, in grado di colmare un vuoto sinora esistente per la legge del comparto.
Il percorso che ha portato all’approvazione è stato lungo ed accidentato, visto che in Senato si è svolto a fasi alterne ma oggi non possiamo che ritenerci soddisfatti.
In particolare, le novità introdotte riguardano le varietà che contengono fino allo 0,2% di Thc per le quali non è necessaria l’autorizzazione, mentre i controlli vengono effettuati da un unico soggetto e riguardano la percentuale di Thc che potrà oscillare fino allo 0,6%. Inoltre, il Ministero dell’Agricoltura potrà destinare fino a 700 mila euro l’anno per favorire le condizioni di produzione e trasformazione nel settore della canapa. Corde, tessuti, olii, materiali per l’edilizia sostenibile sono solo alcune dei prodotti che possono nascere dalla canapa industriale.
Obiettivo della legge era quello di rilanciare, dopo 60 anni, l’intera filiera della canapa industriale in Italia garantendo maggiore tutela e più strumenti per l’agricoltore. Negli anni ‘40, con 90mila ettari coltivati sul territorio nazionale, il nostro Paese era il secondo al mondo del settore e produceva più canapa di quanto se ne produce oggi in tutto il mondo, con 85mila ettari al 2011 a livello globale.

Settimanale BLU – 25.11.2016
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