Tutti coloro che cercano di commentare il risultato elettorale del M5S per la tornata delle amministrative commette il solito errore di stilare il commento seguendo gli stessi paradigmi utilizzati per gli altri partiti. Il M5S è tutta un’altra cosa ma questo non vogliono comprenderlo.
Il M5S nasce per occuparsi dei problemi locali per cui l’obiettivo primario del M5S è quello di mettere almeno una persona in consiglio comunale che controlli l’operato dei partiti e porti avanti le battaglie che contraddistinguono il MoVimento.
Per far ciò si presenta con una sola lista perché incarnando una rivoluzione culturale quello su cui si punta sono le idee e non le persone. Per questo, quasi sempre i candidati sono cittadini semplici che molto spesso sono “sconosciuti” fino alla presentazione della lista e per questo vincere risulta essere molto difficile specialmente nei piccoli comuni dove c’è molto voto di scambio o familiare (“ho in lista il mio datore di lavoro”, “ho in lista l’amico”, “ho in lista il parente” e così via). E la dimostrazione sono proprio le ammucchiate di liste realizzate con albero genealogico alla mano per intercettare i voti delle famiglie, utili solamente a far eleggere sempre i soliti vecchi volponi della politica locale.
Qualcuno obietterà che in alcuni comuni il M5S è riuscito a prendere il Sindaco pur presentando uno sconosciuto. Questo è vero ma bisogna vedere il contesto in cui ci si trova. Molto spesso i comuni in cui il M5S ha vinto la prima volta in cui si è presentato, si trovavano in condizioni particolari: dissesto finanziario, commissariamento per una o più volte con totale discredito di tutta la classe politica della città, situazioni di degrado oltre il limite della decenza e cose di questo tipo.
Insomma, per scardinare l’ “usanza” di votare la persona più “conosciuta” in paese è molto difficile per il M5S che invece trova praterie quando il voto diventa più di opinione. A conferma di ciò il costante divario tra i voti attribuiti ai candidati sindaci (voto più di opinione) e quelli attribuiti ai candidati consiglieri (voto più “clientelare” o “familiare”).
Concludendo, come valutare il risultato per la tornata delle amministrative 2017? Sulla scorta di quanto detto, ottimo secondo me perché in quasi tutti i comuni in cui si è presentato il M5S è riuscito a mettere dentro un consigliere. I 10 ballottaggi ottenuti, poi, sono la ciliegina sulla torta.
Le elezioni regionali in Sicilia daranno un risultato diverso, quelle nazionali un altro ancora.
Valutare il M5S con gli stessi parametri con cui si fa con gli altri partiti porterà inevitabilmente gli affabili opinionisti completamente fuori strada.