Dopo il primo bando effettuato nel 2014 e andato deserto, cresce l’attesa per il nuovo invito a manifestare interesse per la Fiera del Levante di Bari. Grazie al lavoro di audit della Ria Grant Thornton, infatti, è stata effettuata una valutazione delle ipotesi di rilancio dell’Ente fieristico e, successivamente, redatto il nuovo bando in modo tale da renderlo più appetibile per gli investitori interessati. In realtà, l’offerta ricevuta, peraltro nell’ultimo giorno utile, è stata solamente una: ovvero quella della cordata capeggiata dalla Camera di Commercio di Bari assieme a Ferrara Fiere, Bologna Fiere e Sogeicos S.p.A. (società controllata della Bologna Fiere che organizza saloni specialistici del benessere come Cosmoprof e Cosmofarma). A valutare la qualità dell’offerta sarà, martedì 19 maggio, la commissione di gara composta dai rettori dell’Università e del Politecnico di Bari, dal presidente dell’ordine dei commercialisti, degli architetti e degli ingegneri di Bari. Ma la decisione della Camera di Commercio di Bari, che vede peraltro il suo Presidente sedere nel consiglio dell’Ente Fiera in qualità di proprietaria di quote dello stesso, ha destato perplessità e dubbi ai più. Per questo ho presentato una interrogazione parlamentare rivolta ai dicasteri dello Sviluppo Economico, dell’Economia e Finanze e della Pubblica Amministrazione, portando all’attenzione del Governo Renzi la procedura di gara.
Non ne facciamo una questione di merito, quanto di opportunità. Attraverso due semplici delibere di Giunta, la Camera di Commercio di Bari ha infatti dato mandato al proprio Presidente di partecipare al bando per la concessione della gestione della Fiera del Levante per i prossimi 60 anni. Proprio mentre giunge a Montecitorio il ddl Madia con cui si punta alla ridefinizione, se non alla riduzione, dei compiti e delle funzioni delle Camere di Commercio italiane, cercando di riportarle a quelle ad esse più consoni come stabilito dalla legge 580/1993. A noi, medie imprese pugliesi che dovrebbe andare in porto nel migliore dei modi, senza dubbi o punti oscuri vista anche la lunga durata della concessione e la quantità degli spazi messi a disposizione.
Due gli aspetti su cui mi focalizzo, partendo proprio dalle F.A.Q. (frequently asked questions) sulla procedura a cui l’ente fieristico ha risposto specificando che “il bando espressamente inibisce la partecipazione delle persone fisiche che rappresentano gli Enti fondatori negli Organi dell’Ente. Non v’è preclusione alcuna, invece, alla partecipazione degli Enti fondatori quali persone giuridiche”, permettendo così alla Camera di Commercio di avanzare una propria proposta. L’Ente Fiera del Levante, poi, ha esplicitato che “non esiste limite inferiore o superiore al numero dei dipendenti che il concessionario potrà andare ad assorbire, essendo tale parametro non obbligatorio e pertanto soltanto oggetto di attribuzione di punteggio nell’ambito delle valutazione delle offerte”.
Se 8 unità verranno riassorbite dal cinema multisala che sarà realizzato entro fine 2015 da Geo Patrimonia non si ha notizia del futuro degli altri 56 dipendenti che rischiano, essendoci solamente un’unica offerta, di non essere assunti da chi in futuro gestirà la Fiera del Levante. Una questione su cui ci sembra doveroso porre l’attenzione.
Ai ministri Federica Guidi, Pier Carlo Padoan e Marianna Madia il compito di chiarire la correttezza o meno dell’iter procedurale con cui la Camera di Commercio ha formalizzato la propria offerta per la Fiera del Levante, se la stessa partecipazione alla gestione dell’ente fieristico sia “necessaria per lo svolgimento delle funzioni istituzionali” come previsto dalla normativa (su cui i due rami del Parlamento stanno lavorando per renderla più stringente) e se intendano salvaguardare i livelli occupazionali e il futuro della Fiera del Levante.
Da fiore all’occhiello della Puglia, la ‘Caravella’ purtroppo ha perso posizioni nella classifica delle fiere italiane, venendo addirittura esclusa dal Governo per futuri finanziamenti. Se Renzi ha veramente a cuore la sorte delle imprese pugliesi e di quella che può rappresentare la porta d’Oriente per l’internazionalizzazione e il rilancio della produzione industriale e agroalimentare della Puglia, reputiamo sia doveroso un suo chiarimento e interessamento.