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Con l’imposizione della fiducia sulla nuova legge elettorale Italicum, il premier Renzi ripercorre la strada di Mussolini con la Legge Acerbo
Con l’imposizione della fiducia sulla nuova legge elettorale Italicum, il premier Renzi ripercorre la strada di Mussolini con la Legge Acerbo

Italicum: prende forma la dittatura di Matteo Renzi

Il 28 aprile 1945 è morto un dittatore, nel 2015, a distanza di 70 anni, ne è nato un altro. Oggi, è cominciata la dittatura renziana. Ponendo la questione di fiducia alla legge elettorale Italicum, Matteo Renzi ha umiliato l’intero Parlamento, alzando consapevolmente il livello di tensione tra maggioranza e opposizione nonché riproponendo precedenti storici di deriva autoritaria e fascista, come la Legge Acerbo e la cosiddetta Legge Truffa. Invece di impegnarsi per risolvere il problema della disoccupazione, il premier pensa bene a blindare le poltrone dei suoi sodali. Tutto ciò è vergognoso. Gli italiani hanno bisogno di reddito di cittadinanza, di rilancio delle proprie imprese, di occupazione e non di una becera e mera spartizione di poltrone.

Una legge elettorale che, peraltro, come ha denunciato il M5S contiene al suo interno un errore di calcolo: l’Italicum, infatti, prevede più seggi di quelli stabiliti dalla Costituzione Italiana che, dagli attuali 630, potrebbe arrivare addirittura a 640. Con il premio di maggioranza, difatti, chi vince ottiene 340 seggi mentre i restanti 290 vengono distribuiti tra gli altri partiti. Ma l’abile mano che ha redatto questa legge ha completamente dimenticato il Trentino Alto Adige e la Val D’Aosta, dove vi sono i collegi uninominali che, da soli, occupano 10 seggi. In definitiva e come ripetevamo sin da principio, purtroppo, l’Italicum si prospetta una legge elettorale decisamente peggiore persino del Porcellum. E come al solito, il figlioccio Renzi ha superato il maestro Berlusconi.

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