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Hippogroup gestisce l’impianto delle Capannelle e ha beneficiato di oltre 80 milioni di euro, mentre le casse della Capitale languono. Interrogazioni M5S
Hippogroup gestisce l’impianto delle Capannelle e ha beneficiato di oltre 80 milioni di euro, mentre le casse della Capitale languono. Interrogazioni M5S

Ippica: l’assurda storia dell’Ippodromo delle Capannelle di Roma

Una società di gestione che, dal lontano 2004, non paga l’affitto come da concessione al Comune di Roma, il Campidoglio che, nonostante i bilanci comunali malmessi, sconta il canone del 97% portandolo a 66.000 euro dagli iniziali 2,1 milioni di euro ed il Ministero dell’Agricoltura che, nel frattempo, continua a sovvenzionare la stessa società, intestataria della convenzione, con quasi 60 milioni di euro. È questo il quadro dell’Ippodromo delle Capannelle di Roma delineatosi davanti ai miei occhi ed a quelli del consigliere romano Daniele Frongia, presidente della Commissione Speciale per la Riforma e la Razionalizzazione della Spesa Capitolina: insieme abbiamo presentato una interrogazione parlamentare ed una presso il Comune di Roma. A gestire lo storico ippodromo la “Hippogroup Roma Capanelle S.p.A.”, società della holding Hippogroup che gestisce ben 5 impianti in Italia.

 

 

Nonostante la messa in mora del Comune di Roma avvenuta nel giugno 2008 ed il concordato preventivo in continuità aziendale accordato nel dicembre 2011 dal Tribunale Civile di Roma, la Hippogroup è riuscita ad incassare tutte le previste sovvenzioni dal Ministero dell’Agricoltura. Non solo: con la contemporanea chiusura dell’Ippodromo Tor di Valle, è riuscita ad incassare, seppur sprovvista dei relativi servizi, il medesimo contributo relativo all’impianto del trotto. Nel 2013, infatti, il Ministero ha concesso alla società Hippogroup Capannelle Roma “il riconoscimento ai fini dell’organizzazione, nell’ambito del circuito ippico nazionale, di riunioni di corse al trotto presso l’Ippodromo delle Capannelle”, garantendo una remunerazione a titolo di corrispettivo “gestione impianti” e “corse e diritti di immagine tv” per ulteriori 1,6 milioni di euro. Il tutto, andando in deroga al modello Deloitte, uno studio che commisurava il sovvenzionamento ai servizi offerti dagli Ippodromi ed utilizzato dal Ministero in tutta Italia.

Da risorsa l’Ippodromo delle Capannelle si è trasformato in un salasso per le casse comunali e statali. Il Ministero dell’Agricoltura dovrà chiarire su che criteri e parametri si è basata la remunerazione della convenzione con la società Hippogroup per la gestione delle corse del trotto in mancanza di servizi come il centro di allenamento, l’obbligo di cavalli stanziali e dell’impianto di illuminazione. Non comprendiamo, poi, come si possa non far decadere la convenzione con una società in concordato preventivo e già messa in mora dal Comune di Roma.

In buona sostanza, oggi ci ritroviamo con le casse comunali che languono tanto da costringere il Governo Renzi al terzo decreto Salva Roma. Sono stati sperperati milioni di euro pubblici con lo scopo di aiutare una società che non ha rispettato i patti e che, anzi, seppure in grave difetto, è stata agevolata come ad un cittadino comune non sarebbe mai stato concesso. Il canone di affitto pari a 66.000 euro è, infatti, a dir poco imbarazzante: un ippodromo di 5 ettari ‘regalato’ al costo di una rosticceria di periferia per intendersi. A favorire questa situazione di sostanziale illegalità, indistintamente, le giunte di centrodestra e centrosinistra.

Qui l’interrogazione parlamentare

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