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Dopo 15 mesi dall’approvazione della legge sulla delega fiscale, l’iter per la riforma dell’ippica torna a Montecitorio. Si ripartirà dal testo unificato
Dopo 15 mesi dall’approvazione della legge sulla delega fiscale, l’iter per la riforma dell’ippica torna a Montecitorio. Si ripartirà dal testo unificato

Ippica: il Governo fallisce la riforma del settore

Daremo corso alla riforma del settore come previsto dalla delega fiscale”. A prometterlo, nella sua prima audizione in Commissione Agricoltura alla Camera, fu l’allora neo-ministro Maurizio Martina a fine marzo 2014. Ma, trascorsi i 15 mesi di validità della delega fiscale, nulla è stato fatto per rilanciare l’ippica italiana che viveva una situazione di grave sofferenza economica, divenuta drammatica con il passare del tempo. Il sottosegretario Castiglione, infatti, ha riferito alla Comagri della Camera che il Governo non ha portato a termine la riforma, perché “troppo impegnato con la riduzione dei debiti e dei costi”, e dunque verrà ripreso presto l’iter parlamentare del testo unificato a cui si era giunti ad inizio 2014. Intanto, sono previsti nuovi tagli al settore, ad iniziare dal numero delle corse.

 

 

Il Governo è riuscito nell’impresa di far perdere a 50.000 operatori del settore ippico ben 15 mesi inutilmente. L’Esecutivo dica chiaramente che non ha alcuna intenzione di puntare sull’ippica italiana così da rendere chiari a tutti i propri intenti. È, difatti, assurdo che si sia stoppato un iter parlamentare per scippare l’argomento e poi non fare completamente nulla per il rilancio del settore se non ulteriori tagli. Avevamo anche dato chiari impegni al ministro Martina, nel settembre 2014, che avrebbe dovuto lavorare di concerto con il dicastero dell’Economia per risolvere la questione scommesse, le quali continuano ad avere la tassazione più elevata ed il pay-out più basso, spostando l’attenzione degli scommettitori su altre discipline. Negli anni, abbiamo assistito ad una classe politica che ha portato alla morte l’ippica italiana, uno dei fiori all’occhiello di questo Paese, e ne cantavamo purtroppo l’epitaffio già durante la votazione della delega fiscale. Eppure siamo convinti che, facendo interventi mirati come già indicati nella nostra risoluzione e riformando la governance, dando l’ippica in mano agli ippici e togliendola da chi ha intenzione di fare altro, si possa tornare ad avere un settore che garantisce redditività. Se ciò accade oggi in Francia o in Svezia, perché non dovrebbe accadere in Italia, dove possiamo vantare una grande tradizione? Noi ci rimetteremo subito al lavoro, con la speranza che non vi siano altri blitz da parte del Governo, già rivelatisi completamente fallimentari.

Si ripartirà dal testo unificato della Commissione Agricoltura della Camera su cui lavorerò per inserire il più possibile le proposte contenute nella mia proposta di legge sulla Istituzione della Consulta tecnica per la promozione del settore ippico, presentata il 27 maggio 2013.

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