Ringraziamo il commentatore di Polignanoweb “u fatue” per le domande che ci ha rivolto. Alcune questioni rientrano nelle nostre competenze, altre no ma siamo contenti che si stia avviando questo dialogo diretto con i cittadini. Ci piacerebbe conoscere l’identità di questo commentatore ma sappiamo benissimo che nel nostro paese spesso si è costretti a nascondersi dietro l’anonimato per evitare di essere “ricattati” dai soliti polituncoli che amministrano la nostra città da oltre 20 anni. Speriamo per la prossima volta di poter vedere il nostro commentatore fare delle domande direttamente al “Diario dei cittadini”. Se questo avverrà sarà il segnale che il paese sta cambiando. Noi non molliamo.
1) Perché non fate riaprire gli accessi al mare chiusi abusivamente da Cozze a Torre Incina?
La problematica degli accessi al mare purtroppo non rientra tra le nostre competenze ma bensì in quelle comunali e regionali, per cui qualsiasi atto intendiamo presentare in merito, ci viene rigettato dagli uffici della Camera. Abbiamo letto su alcuni giornali locali che l’Amministrazione ha inviato il “Piano Spiagge” alla Regione. Sarebbe interessante capire come è stato realizzato. Noi avremmo preferito che tutta la cittadinanza fosse coinvolta, dato che si parla di demanio pubblico, ma evidentemente i nostri amministratori hanno un altro concetto di democrazia. Gli accessi al mare liberi sono un atto di civiltà e l’appello che rivolgiamo a tutti i cittadini è quello di unirsi ai nostri attivisti locali per portare avanti questa battaglia. Noi siamo disponibili. Tra l’altro se i nostri amministratori volessero risolvere il problema, gli basterebbe convocare una conferenza di servizi tra Autorità Marittima, Agenzia del demanio e Regione. Evidentemente ci sono interessi per cui il problema non si risolva.
2) Perché non fate rilevare che la Regione non può accogliere una proposta di Piano Coste inviato dal Comune senza pubblicazione su Albo Pretorio, quindi senza permettere ai cittadini di vedere cosa contenga?
La legge sulla trasparenza n. 33/2013 obbliga ogni Ente a pubblicare tutti gli atti sia in uscita che in entrata. Questa è una battaglia che ci vede in prima linea da tempo e che ha portato gli attivisti a fare un esposto alla Procura nei confronti del Comune di Polignano per violazione delle norme di accesso e trasparenza degli atti. Sempre gli attivisti hanno già fatto richiesta di accesso agli atti per avere il piano spiagge consegnato alla Regione. Fatelo anche voi, questi signori devono capire che il Comune non è cosa loro.
3) Perché non chiedete che vengano rispettate a Polignano la Legge Galasso e le norme di tutela paesaggistico-ambientale?
Noi lo chiediamo da tempo, il problema è che non c’è peggior sordo di chi non vuol ascoltare. È dal 6 giugno 2012 (2 anni fa!!!) che chiediamo all’Ass. Giovanni Abbatepaolo di fare un censimento del territorio per dire “stop al consumo di suolo”. Abbiamo reiterato la richiesta ma non abbiamo mai ricevuto nessuna risposta. Poi c’è da dire che i cittadini devono essere i primi custodi del territorio. Se si accorgono che vengono violate delle leggi devono denunciare. Questa politica vive di omertà, se ogni cittadino diventa partecipe attivamente della cosa pubblica, la politica diventa una cosa bella.
4) Perché non proponete una legge che imponga a chi amministra la cosa pubblica di parlare con i media con regole precise (programma, ogni mese un aggiornamento specifico sui punti del programma)?
Purtroppo questa legge non può essere presentata perché incostituzionale. L’unica cosa che si può fare è ripulire la Rai e buttare fuori tutti i partiti. La televisione nazionale pagata con i canoni dei cittadini deve fare informazione libera. Poi spetta alla bontà di ogni amministratore relazionarsi con i cittadini. Noi lo facciamo pubblicamente ogni 2-3 mesi circa. Ad oggi, dopo un anno in Parlamento, abbiamo già fatto 5 incontri pubblici in cui diciamo tutto quello che abbiamo fatto e rispondiamo a tutte le domande che ci fanno i cittadini. Quanti incontri di questo tipo hanno tenuto i nostri amministratori? Evidentemente non hanno il coraggio di farsi porre domande, senza filtro, dai polignanesi.
5) Perché non richiedete che venga approfondita la valenza storica potenziale del sottosuolo della piazza del vostro paese?
Qui sfonda una porta aperta. L’abbiamo fatto più volte sposando le tesi portate avanti ben più di due anni dal Comitato Pro Grand Mausolèe. L’Amministrazione non ci ha mai voluto ascoltare: anzi, siamo ancora in attesa di ricevere una risposta dall’Ass. alla Cultura Marilena Abbatepaolo per una lettera che le abbiamo inviato. Oltre il danno abbiamo ricevuto anche la beffa: perché qualche polituncolo è andato in giro per il paese a raccontare che i “grillini” avevano fatto di tutto per bloccare i lavori della piazza, quando invece anche i bambini sanno che i lavori sono stati bloccati perché l’Amministrazione è stata inadempiente non rispettando il Dl 163/2006 e l’Art. 95 del Codice Appalti che obbliga i Comuni ad inviare i progetti alle Soprintendenze. Loro che governano da una vita e che vivono sui cantieri non conoscono neppure le leggi e la burocrazia a tutela di tutti. Ultimamente hanno ricevuto un altro stop dall’Enel perché non sono stati in grado di coordinarsi con alcuni lavori. Insomma, tutto ciò porta a solo due conclusioni: o i nostri amministratori sono così incompetenti da non saper leggere le carte oppure loro sono interessati solo ai classici e pomposi tagli dei nastri senza pensare allo sviluppo economico-turistico-culturale di Polignano. A voi la risposta.
6) Perché non chiedete in Commissione Europea che i criteri di valutazione delle domande di aiuto in agricoltura premino principalmente l’innovatività e la sostenibilità, invece che consolidare l’oligopolio di imprese agricole vecchie e perennemente in (ufficiale) perdita?
Per quanto riguarda la nuova PAC 2014-2020 oramai i giochi sono fatti da tempo. In Commissione Agricoltura abbiamo presentato due risoluzioni per impegnare il Governo ad intervenire nella definizione dell’Agricoltore Attivo (per anni i soldi dei coltivatori sono andati a chi possedeva campi da golf!) e nelle scelte per l’aiuto accoppiato, privilegiando le colture e gli allevamenti di qualità e che tutelino il territorio e le peculiarità italiane. Per quanto riguarda gli aiuti diretti del primo pilastro, i requisiti non possono essere cambiati . Altro discorso sono invece gli aiuti del secondo pilastro (sviluppo rurale) che sono di competenza regionale. Proprio in questi mesi la Regione Puglia dovrà presentare i primi bandi per i nuovi PSR e qui potrebbe intervenire facendo bandi che premino l’innovazione e la sostenibilità. Purtroppo trattandosi di competenze regionali noi, per i motivi spiegati nella prima domanda, non possiamo intervenire. Diverso è il discorso per gli assessori all’agricoltura dei vari comuni pugliesi. Loro possono far arrivare in Regione le esigenze dei vari territori per far si che i prossimi bandi abbiano determinati obiettivi.
7) Perché non vi fate promotori di una legge statale che coordini con chiare Norme Tecniche sia l’ambito urbanistico che quello paesaggistico, ponendo fine all’arbitrarietà illimitata dei tecnici comunali e regionali?
Le leggi già ci sono e, spesso, sono anche troppe. Se abbiamo capito quello che intende dire, il problema non è addebitabile alle leggi ma piuttosto alla cattiva politica. Un dirigente è un tecnico che dovrebbe seguire la linea politica dettata da un’Amministrazione. Ora, se gli amministratori non sono in grado di dettarla perché impreparati o perché hanno altri interessi, la colpa non può ricadere tutta sui dirigenti. Il problema di Polignano è che la politica non ha mai fatto gli interessi dei cittadini ma solo di una parte di essi.
8) Perché non fate votare una legge fiscale che incentivi i lavori innovativi e socialmente utili, a scapito delle pure speculazioni commerciali o finanziarie?
Abbiamo presentato tantissime proposte di legge a favore delle piccole e medie imprese, vero asse portante dell’economia italiana. Abbiamo presentato ad esempio la pdl (proposta di legge) per l’abolizione dell’Irap, una tassa che noi riteniamo assurda. Abbiamo presentato una pdl sul conflitto di interessi, vero cancro del nostro Paese. Abbiamo presentato una pdl per l’introduzione del reddito di cittadinanza, una per l’informatizzazione e semplificazione dello Stato, una per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, una per la non pignorabilità della prima casa. Insomma, ora serve solo la volontà politica della maggioranza di calendarizzare e discutere tutte queste proposte di legge. Il problema è che i partiti non rispondono più alla volontà degli elettori ma solo a quella di un ristretto gruppo di potere. Per questo dobbiamo resettare la nostra classe politica.
9) Perché non fate votare un testo unico bancario, che obblighi ogni banca a destinare una percentuale fissa del proprio capitale ai finanziamenti d’impresa e di privati, e che imponga un limite allo spread applicato?
Siamo andati oltre. Abbiamo presentato una proposta di legge per separare le banche commerciali da quelle finanziarie. Le prime devono solo occuparsi di far credito alle imprese. Solo così avremmo delle banche che ritornerebbero a ricoprire il ruolo per cui sono nate.
10) Perché non chiedete a Renzi -visto che ci siete- che lavoro abbia fatto lui nella vita (se ha mai lavorato), visto che parla del mondo del lavoro come parlerebbe di alta cucina uno che ha letto 8000 ricette ma non ha mai neppure fritto un uovo?
Renzi è stato eletto per la prima volta nel 2004 come presidente della Provincia di Firenze, proprio quelle province che adesso, mentendo spudoratamente, dice (mentendo!) di aver abolito. Il 5 agosto 2011 è stato condannato in primo grado, insieme ad altre venti persone, dalla Corte dei conti della Toscana per “danno erariale”. Stiamo parlando di una persona che undici giorni prima della sua candidatura alla provincia di Firenze è stato assunto come dirigente dell’azienda di famiglia di cui in precedenza era socio. Posto immediatamente in aspettativa, ha ricevuto contributi pagati dalla Provincia di Firenze, prima, dal Comune, poi, per circa 350mila euro. Un giorno di lavoro nell’azienda di famiglia e 9 anni e sei mesi di contributi. Soldi versati dalla collettività. Ora, però, Renzi è presidente del Consiglio e il suo trattamento economico – e pensionistico – è equiparabile a quello dei parlamentari. Quindi via alla seconda pensione e, se arriverà fino in fondo, anche al vitalizio. Se questo è spacciato tutti i giorni come il nuovo, allora stiamo freschi…