Una volta eletto alla Camera, quale potrebbe essere la sua prima iniziativa parlamentare in favore della provincia di Taranto?
La provincia di Taranto è unica come numero di complessità e problemi ma, allo stesso tempo, dispone di enormi potenzialità. Occorre chiarezza su molte vicende legate al polo industriale e relative al ciclo dei rifiuti, contestualmente occorre valorizzare il comparto agricolo, della mitilicoltura, il paesaggio e le straordinarie risorse paesaggistiche. Scegliere una sola iniziativa sarebbe assai riduttivo.
Il prossimo Parlamento come dovrebbe definire la complessa vicenda Ilva?
Ci hanno fatto credere che una realtà come l’Ilva sia indispensabile per il nostro territorio e che non possiamo farne a meno. Eppure ci sono esempi concreti che ci fanno ben comprendere come una riconversione economica in grado di creare lavoro, salvaguardando ambiente e salute è più raggiungibile di quanto si possa pensare. Lo abbiamo illustrato nel settembre 2016 alla Fiera del Levante con personalità internazionali importanti come Asier Abaunza (assessore all’urbanistica della Città di Bilbao), Maciej Filipowicz (Lodz architectural bureau in Polonia) e il tedesco Gregor Boldt. Undici decreti SalvaIlva ci hanno comunque lasciato una società indebitata per miliardi di euro, il Movimento 5 Stelle vuole, invece, lasciare un futuro alternativo e migliore ai cittadini tarantini.
Il Porto di Taranto ha ora moderne dotazioni infrastrutturali ma non ha operatori. Come fare per attirarli?
I lavori al porto non sono ancora finiti, la pista logistica e il polisettoriale sono ancora in work in progress. L’errore in passato è stato relegare il porto solo al ruolo di transhipment e non sviluppare la retroportualità ad oggi del tutto assente. Inoltre, il porto non è collegato adeguatamente al resto d’Italia e d’Europa: sulla linea adriatica ci sono ancora 40 km di binario unico e nel marchigiano una galleria non è ancora adeguata alle sagome di treni che trasportano TIR; non vi è alcuna logistica e intermodalità con l’aeroporto di Grottaglie che soffre di gravi carenze infrastrutturali, soprattutto per il settore cargo. Infine, metà porto è ancora sotto controllo delle industrie inquinanti. Bisogna promuovere la retroportualità legata soprattutto alla valorizzazione e alla trasformazione dei prodotti locali tarantini e pugliesi, senza dare spazio ai prodotti esteri concorrenti. Gli operatori verranno da soli nel momento in cui si troveranno ad avere dei servizi all’altezza che potranno rilanciare il made in Puglia, in tutto il mondo.
L’agroalimentare è sicuramente il settore che brilla nel quadro economico ionico. Cosa si può fare per farlo decollare?
Si tratta di un settore fondamentale per questo territorio e per l’intera Puglia su cui mi sono battuto molto nei 5 anni alla Camera come capogruppo 5 Stelle in Commissione Agricoltura. La politica è spesso stata assente e i casi delle alluvioni e delle gelate che hanno colpito i territori tarantini in questi ultimi anni, mettendo in ginocchio il primo settore, ne sono la triste riprova. Con la mia riforma delle vetuste borse merci divenute Cun (Commissioni Uniche Nazionali) daremo trasparenza e certezza alla costruzione dei prezzi in agricoltura ma molto si può e si deve fare nella programmazione: dobbiamo avere una visione di lungo periodo per valorizzare i nostri prodotti sia della terra sia del mare. L’indirizzo politico sarà, pertanto, determinante e noi sappiamo su cosa puntare per garantire redditività ad agricoltori, allevatori e pescatori nonché alla piccola e media industria di trasformazione che fa conoscere la Puglia in tutto il mondo.
Nelle manifestazioni elettorali che ha tenuto, in questo periodo, in provincia di Taranto indichi cosa l’ha colpita. Descriva, se vuole, anche un episodio, un incontro che magari l’ha particolarmente impressionata?
Mi stupisce che persone legate alle discariche e agli inceneritori e persone senza alcuna competenza oppure sotto processo per “Ambiente Svenduto” siano candidate per centrodestra ed il centrosinistra. Mi rinfranca la volontà, riscontrata da più parti, che i cittadini vogliono cambiare finalmente pagina e dare fiducia al Movimento 5 Stelle.
Intervista a La Gazzetta del Mezzogiorno – 25.02.2018
