Ad oggi, i consumatori italiani si trovano costretti ad accettare prodotti etichettati come “integrali” ma che, per la maggior parte, sono realizzati con farina raffinata industrialmente (la cosiddetta “00”) a cui è aggiunta una crusca devitalizzata e finemente macinata. Pane, pasta, fette biscottate, cracker, prodotti da forno, biscotti e dolci preparati con farine bianche arricchite di crusca o cruschello che risultano privi del germe e non dispongono, quindi, di tutte le sostanze che cooperano per garantire il massimo assorbimento dei nutrienti e l’ottimale digeribilità, con tutti i relativi benefici per la salute che ne conseguono come testimoniato da recenti studi scientifici. A cercare di porre rimedio, con l’obiettivo di offrire una migliore informazione e una possibilità di scelta maggiormente consapevole ai consumatori italiani, è la Camera dei Deputati che ora in Commissione Agricoltura ha iniziato l’iter di discussione della proposta di legge dal titolo “Disposizioni concernenti l’etichettatura delle farine di grano duro non raffinate o integre e dei prodotti da esse derivati e misure per la promozione della loro vendita e del loro consumo”, depositata da me nel gennaio 2014.
Con l’introduzione della dicitura “farine integre” puntiamo a fare finalmente chiarezza ed a distinguere i prodotti 100% integrali da quelli che vedono oggi le farine raffinate mischiate a crusca o cruschello. Così facendo avremo un doppio beneficio: da un lato i consumatori potranno scegliere liberamente, avendo a disposizione maggiori informazioni, dall’altro i produttori saranno tutelati perché vedranno valorizzato il loro prodotto che, sinché la nostra normativa non entrerà in vigore, finisce per non avere una chiara e marcata differenziazione all’interno del generico calderone dei prodotti integrali. Confidiamo in un percorso condiviso con la maggioranza nella speranza che si giunga presto al voto finale.
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