Il pagamento dell’Imu agricola? Con i criteri iniqui definiti dal Governo, è un salasso legalizzato che la maggioranza è stata costretta ad introdurre per trovare una copertura ai noti 80 euro elargiti da Matteo Renzi in vista delle elezioni europee. Per questo abbiamo presentato un emendamento, a prima firma Filippo Gallinella, al decreto Milleproroghe in discussione alla Camera dei Deputati: l’obiettivo è prorogare, quantomeno al 2016, la scadenza di questa imposta.
L’Imu agricola, frettolosamente fatta approvare dal Governo a modifica dei parametri stabiliti dal DL 66/2014, da più parti definito incostituzionale, vede l’Italia agricola in disaccordo con il pagamento di questo assurdo balzello per più di un motivo. I nuovi parametri non tengono conto, infatti, della complessità di tutto il territorio e, soprattutto, trascurano la funzione essenziale degli agricoltori nella tutela a presidio del territorio ed a beneficio dell’intera collettività. Inoltre, quest’imposta si configura anche come una beffa, visto che il 2015 è l’anno dell’Expo che, negli auspici dovrebbe porre al centro l’importanza del mondo agricolo e dei suoi rappresentanti per il rilancio di una crescita sostenibile. E per questo abbiamo scritto anche a tutte le associazioni di categoria, affinché facciano pressione sul Governo per spronarlo a fare marcia indietro.
Abbiamo provato in tutti i modi a farlo comprendere al Governo a partire dalla Legge di Stabilità, dove abbiamo proposto invano in prima istanza l’esenzione di tutti i terreni agricoli e fabbricati rurali strumentali, in seconda istanza l’esenzione solo per imprenditori agricoli e coltivatori diretti, con le relative coperture finanziarie. Ci abbiamo riprovato durante l’esame del Milleproroghe in Commissione Bilancio e nuovamente al Senato sul D.L. recante misure urgenti in materia di esenzione IMU chiedendo di estendere anche al 2015 l’esenzione dell’IMU per i terreni a immutabile destinazione agro-silvo-pastorale che non ricadono in zone montane e proponendo una differente copertura finanziaria, in modo da non farne gravare l’onere sugli stessi agricoltori. Ci aspettiamo che ora il Governo dalle tante promesse mai mantenute ascolti le istanze degli agricoltori e faccia slittare di un anno questa ingiusta tassa.
——- Qui la lettera inviata alle associazioni ——
Spettabile Associazione,
nella giornata di martedì 10 febbraio 2015, si è abbattuta come una scure sul mondo agricolo e sugli Agricoltori, l’imposta municipale unica sui terreni agricoli, altrimenti detta “IMU sui Terreni”.
Il Gruppo Parlamentare del Movimento 5 Stelle ritiene che l’imposta sia un inutile e deleterio balzello che colpisce dei beni strumentali annessi all’attività agricola e che crea forti disparità sociali.
Inoltre rischia di tarpare i segnali positivi del settore primario che potrebbero rappresentare il “volano” di una più generale ripresa economica.
Oltre che dannosa, l’imposta si configura anche come una beffa, visto che il 2015 è l’anno dell’ “EXPO” che negli auspici dovrebbe porre al centro l’importanza del mondo agricolo e dei suoi rappresentanti, per il rilancio di una crescita sostenibile.
Per tutte queste ragioni, il M5S è contrario a questa Imposta e lo ha dimostrato con la presentazione di emendamenti abrogativi durante la discussione della Legge di Stabilità del 2015 al Senato e con numerosi atti presentati nelle commissioni di merito di entrambe le Camere.
Nel corso della prossima discussione alla Camera dei Deputati del “Decreto Mille Proroghe”, è stato presentato il seguente emendamento a prima firma Gallinella (M5S) che ne chiede la proroga fino al 2016, nella speranza che in questo lasso di tempo ci sia un ripensamento da parte del Governo “Renzi” (anche se in queste ore si ipotizza l’apposizione della questione di fiducia sul provvedimento che annullerebbe, forzando la mano, ogni azione).
AC 2803
Emendamento
Dopo l’articolo 9 inserire il seguente:
Art. 9-bis.
(Proroga di termini in materia di imposta municipale propria).
1. Il termine di cui all’articolo 1, comma 692, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, è prorogato al 26 gennaio 2016.
2. All’articolo 96 del Testo Unico delle imposte sui redditi approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, al comma 5-bis, primo periodo, sostituire le parole: «nei limiti del 96 per cento» con le seguenti: «nei limiti del 94,8 per cento del loro ammontare per l’anno 2015 e, a decorrere dall’anno 2016, nei limiti del 96 per cento».
3. Al decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, sono apportate le seguenti modifiche:
a) all’articolo 6, comma 8, le parole: «nella misura del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nella misura del 94,8 per cento del loro ammontare per l’anno 2015 e, a decorrere dall’anno 2016, nella misura del 96 per cento»;
b) all’articolo 6,comma 9, le parole: «nella misura del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nella misura del 94,8 per cento del loro ammontare per l’anno 2015 e, a decorrere dall’anno 2016, nella misura del 96 per cento»;
c) all’articolo 7,comma 2, le parole: «nella misura del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nella misura del 94,8 per cento del loro ammontare per l’anno 2015 e, a decorrere dall’anno 2016, nella misura del 96 per cento».
Chiediamo con la presente, a tutte le associazioni di categoria e di settore, di divulgare e di sostenere la nostra azione politica, e di fare pressione alle forze politiche soprattutto a quelle di maggioranza relativa e al Governo, affinché venga accolto l’emendamento in questione.
Cordialmente
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