Ieri il Premier Renzi ha affermato: “Il tfr così com’è c’è solo in Italia. Se i lavoratori lo ricevessero in busta paga avrebbero 100 euro in più e quindi maggiore potere di acquisto”.
Questa affermazione è raccapricciante e dimostra tutta l’incompetenza di Renzi e del Ministro dell’Economia Padoan perché evidentemente non avranno mai letto il discorso che Keynes svolge nel capitolo VIII, paragrafo III della Teoria generale e cioè che chi si trova qualche soldo in più in tasca, tenderà ad incrementare i propri consumi, ma non si spenderà tutto il reddito aggiuntivo perché un po’ ne risparmierà.
Ora qualcuno dirà: “Bé ma dov’è il problema? Anche se una parte sarà risparmiata, un’altra sarà spesa quindi i consumi aumenteranno per cui ci sarà ripresa. Finalmente liquidità!”.
Questo è il ragionamento che vogliono farci credere perché non ci dicono tutta la verità e cioè che l’Italia ha un forte problema di debito estero (che l’Europa vuole farci trasformare in debito pubblico), ciò significa che in questi anni abbiamo acquistato beni prodotti nei paesi limitrofi indebitando il nostro paese verso questi.
Ora, con il ragionamento di “dare più soldi in tasca agli italiani” non si fa altro che alimentare il debito estero affossando così sempre più l’economia del paese. Sì, perché per far si che quei soldi abbiamo un effetto positivo sulla nostra economia lo Stato dovrebbe controllare che i 100 euro in più presi dall’operaio vengano spesi per comprare, ad esempio, pane italiano e che il fornaio a sua volta li spenda per comprare farina italiana e che il mugnaio a sua volta li spenda per comprare grano italiano e che l’agricoltore a sua volta li spenda per comprare sementi italiane e mezzi agricoli italiani e così via. Praticamente, in un’economia aperta, tutto ciò è impossibile. E fino a prova contraria noi oggi non siamo in autarchia.
Sostanzialmente, questa misura dei 100 euro, come tra l’altro quella degli 80 di maggio, non farà altro che far esplodere il deficit della bilancia dei pagamenti e senza apportare alcun beneficio sul PIL.
In pratica, in condizioni di recessione parlare di riforme dal lato dell’offerta è intempestivo in termini economici.
Adesso qualcuno dirà: “Allora perché lo fanno?”. Semplicemente per giustificare l’arrivo della Troika. A buon intenditor…