Si è svolta sabato 9 maggio la marcia del Movimento 5 Stelle per il Reddito di Cittadinanza, a cui ho partecipato con l’amico e collega Emanuele Scagliusi.
È stata una prova fisica e di partecipazione per i cittadini che hanno percorso 19 km da Perugia ad Assisi per chiedere il reddito di cittadinanza. 50.000 persone che credono nella dignità e nel diritto di tutti cittadini a non rimanere indietro. È la priorità del Paese, la nostra proposta di legge è pronta per essere discussa dal Parlamento e ha tutte le coperture finanziare necessarie. Il reddito di cittadinanza è un diritto del cittadino e non una regalia, non 80 euro di elemosina. Consente a chi ha perso il lavoro, o non lo ha mai avuto, come è diventata la regola, una vita dignitosa. Il tetto massimo del reddito in mancanza di altri introiti è di 780 euro. Si possono rifiutare fino a tre occupazioni proposte dallo Stato, prima di perderne il diritto.
Sono necessari circa 17 miliardi di euro per finanziare la proposta dei 5 stelle, tra le coperture individuate ci sono tagli alle spese militari, aumento canoni per attività di ricerca e coltivazione idrocarburi in Italia, aumento di entrate a carico dei bilancio di banche ed assicurazioni, taglio delle auto blu, riduzione pensioni d’oro, aumento tassazione gioco d’azzardo, soppressione di tutti gli enti pubblici inutili, aumento concessioni autostradali, riduzione affitti pubblica amministrazione, taglio indennità parlamentari ed il “cavallo di battaglia” del taglio del finanziamento pubblico ai partiti.
Il Pd e le altre forze politiche non hanno più scuse o si danno 780 euro al mese ai 10 milioni di italiani che non hanno più un reddito oppure queste persone andranno a bussare alle porte del Parlamento.
Nelle ultime ore il tema del reddito minimo è passato al centro dell’agenda politica, si registrano proposte da altri partiti, anche se meno ambiziose di quella 5 stelle: SEL propone un reddito minimo garantito da 600 euro al mense con copertura da 5 miliardi, minoranze del PD propongono un “sussidio universale per chi perde il lavoro” e “reddito di inclusione sociale”. In Lombardia il governatore Maroni ha proposto una sorta di reddito di cittadinanza con le risorse del Fondo sociale europeo da 220 milioni ed anche l’Inps presenterà a giugno una proposta per introdurre un “Reddito minimo garantito” per le persone tra i 55 e 65 anni, in modo da tenerle al di sopra della soglia di povertà dal costo: 1,5 miliardi. Lentamente, i partiti prova ad adeguarsi alle esigenze di cambiamento dei cittadini.
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