Approvata, questa mattina, in Commissione Agricoltura alla Camera la bozza italiana di Accordo di Partenariato. Hanno votato favorevolmente tutti i gruppi politici tranne il MoVimento 5 Stelle (assente Forza Italia) che contesta il documento. Una votazione che ci lascia a dir poco perplessi I partiti non si rendono conto che questo atto, così com’è scritto, non porterà alcun miglioramento al nostro Paese. L’Accordo di Partenariato tra Italia ed Unione Europea è il documento strategico alla base della programmazione dei Fondi Strutturali 2014-2020 e che impegnano il 37,5% del bilancio complessivo dell’UE. I fondi presenti sono il FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale), il FSE (Fondo sociale europeo), il FC (Fondo di Coesione), il FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale) ed il FEAMP (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca).

La Gazzetta del Mezzogiorno – 10.04.2014
Si tratta di 90 miliardi di euro, tra fondi comunitari e cofinanziamento nazionale, che resteranno sottoutilizzati in Italia per mancanza di pianificazione nell’Accordo di Partenariato e che non avranno altro effetto di lasciare le cose così come stanno. Regioni virtuose sempre più virtuose e regioni in difficoltà che perdureranno nella crisi. I rilievi mossi da Bruxelles alla bozza italiana di accordo, infatti, evidenziano debolezza nella logica di intervento in relazione ai risultati attesi, inadeguatezza delle misure previste rispetto agli obiettivi specifici, fino alla non chiara definizione della strategia complessiva di sviluppo. In pratica, non siamo stati capaci ancora una volta di scrivere un progetto. Eppure i nostri colleghi degli altri partiti in Commissione Agricoltura non sembrano essersene accorti, tanto da approvare una deliberazione positiva all’Accordo di Partenariato, basandosi solo sulla fiducia cieca a questo ‘nuovo’ esecutivo. Un Governo che sinora, però, non ha dato prova di essere così diverso dai precedenti.
All’Italia restano da spendere, entro il 2015, circa 15 miliardi di euro, pena la restituzione. Praticamente, da contribuente netto dell’UE, il nostro Paese rischia anche di ridare indietro i soldi che non ha saputo utilizzare. Mentre, entro il 2022, l’Europa ha garantito all’Italia circa 30 miliardi di euro. Considerando la compartecipazione dello Stato italiano, dunque, si tratta di circa 90 miliardi di euro da spendere (più o meno il valore di quattro “finanziarie”) e su cui mancano ancora misure chiare e concrete per il loro utilizzo. Questa mattina con la votazione sull’Accordo di Partenariato si è persa un’occasione importante per poter dare un segnale di cambiamento all’impostazione troppo politicante e poco tecnica che il nostro Paese ha sempre avuto. Ancora una volta saranno solo i cittadini a pagare per l’incapacità di una classe politica che si rifiuta di ‘crescere’.
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