Giunge a conclusione l’iter di discussione della proposta di legge “Delega al Governo per la disciplina della produzione, della commercializzazione e dell’etichettatura degli sfarinati integrali di frumento e dei prodotti derivati” a mia prima firma. Con la votazione degli ultimi emendamenti in Commissione Agricoltura alla Camera, la proposta si avvia alla sua fase conclusiva verso il voto finale a Montecitorio. Con l’intervento normativo si punta da un lato a dare una corretta e completa informazione al consumatore, dall’altro si cerca di valorizzare le produzioni (quali pane, pasta, fette biscottate, cracker, prodotti da forno, biscotti e dolci) garantendo le opportune distinzioni. Entro 6 mesi dall’approvazione definitiva della legge, infatti, il Governo dovrà emanare un decreto legislativo in cui stabilità le caratteristiche compositive necessaria perché una farina o una semola possa essere definita “integrale” con l’ulteriore specificazione della “assenza di germe di grano”. Infine, si incentiverà la presenza di prodotti integrali nei bandi di gara per gli appalti pubblici di servizi o di forniture di prodotti alimentari destinati alla ristorazione collettiva, scolastica o ospedaliera. Infine, sarà modificato il Decreto del Presidente della Repubblica 9 febbraio 2001, n. 187.
Ci sono tutte le condizioni affinché si chiuda l’iter normativo nel più breve tempo possibile visti i presupposti del confronto tra le diverse forze politiche presenti in Parlamento, dovrebbe essere anche automatica la decisione di optare per la sede legislativa in Commissione, così da approvare la proposta di legge entro la fine della Legislatura poi anche al Senato. I cittadini potranno finalmente sapere se stanno mangiando veri sfarinati integrali o meno mentre i produttori potranno dare il giusto valore alle loro produzioni artigianali e industriali.
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