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Dopo mesi e mesi di silenzio assordante, il Governo risponde oggi all’interrogazione M5S sull’epidemia di Epatite A dovuta a frutti di bosco contaminati
Dopo mesi e mesi di silenzio assordante, il Governo risponde oggi all’interrogazione M5S sull’epidemia di Epatite A dovuta a frutti di bosco contaminati

Epidemia di epatite A con i frutti di bosco

Dal 1° gennaio 2013, i casi di persone contagiate dal virus dell’epatite A in Italia sono stati oltre 1.400: una vera e propria epidemia dovuta ad un ceppo veicolato da diversi lotti di frutti di bosco congelati e surgelati.

Casi di epatite A superiori alle normali medie annuali si sono riscontrati in tutta Europa, tanto da far dichiarare all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) di essere di fronte ad una “epidemia internazionale”: i Paesi coinvolti, infatti, sono quelli scandinavi (Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia) ma anche l’Irlanda e la Francia, per un totale di 240 episodi tutti associati all’ingestione di frutti di bosco.

Se da un lato la tracciabilità di questi prodotti è davvero complicata, dall’altro il Governo ed il Ministero della Salute hanno preferito non informare i consumatori italiani, calandosi in un silenzio assordante! Ma vediamo come.

 

La tracciabilità

Risalire all’origine precisa del prodotto contaminato dal virus non è semplice, sia per la tipologia del prodotto (alcune confezioni possono contenere il ceppo del virus e altre no), sia per l’inefficace sistema di tracciabilità che finora non ha permesso di definire chiaramente la totalità dei lotti contaminati. Per comprenderne la complessità, basti pensare che le indagini condotte in Italia su 20 lotti hanno comportato l’esame di 830 transazioni commerciali, le quali fanno riferimento a 331 fornitori di 25 Paesi europei ed extraeuropei. Il numero medio di transazioni per ogni singolo lotto è di 56,6.

Tuttavia, è evidente che il sistema di sorveglianza e di tracciabilità delle merci alimentari nel territorio europeo non è adeguato, come del resto aveva già dimostrato la vicenda dei germogli di soia del 2012 (41 morti e centinaia di ricoveri) e quella della carne di cavallo nel 2013.

 

Le misure intraprese

Le misure adottate dalle autorità competenti, sia nazionali sia internazionali, apparivano insufficienti ad arginare la diffusione del virus. Le indicazioni fornite – bollitura dei prodotti prima del consumo – non sono risultate adeguate in quanto non diffuse in maniera capillare sul territorio né, tantomeno, tra chi distribuisce e vende le confezioni di frutti di bosco che dovrebbe, comunque, essere tenuto ad informare il consumatore dei possibili rischi. Pensiamo peraltro ai bar, ristoranti e alle pasticcerie.

Un problema che molti, tantissimi, cittadini italiani non hanno mai percepito come problema e con i media – ad eccezione della continua informazione de “Il Fatto Alimentare” – che hanno continuano ad ignorarlo. Nonostante i 1.400 casi in Italia!

La locandina del Ministero della Salute

La locandina del Ministero della Salute

I rischi per i consumatori

L’epatite A, pur essendo una patologia non cronicizzante né degenerativa per un soggetto adulto sano, potrebbe però compromettere la salute di persone già affette da altre patologie del fegato, che si trovano in una situazione fisica già compromessa, persone anziane o anche bambini. Per questo una corretta informazione sui prodotti che potrebbero essere portatori di questo virus appariva indispensabile per la tutela della salute di tutti i cittadini.

 

Il caso in Parlamento

Per questo, nell’aprile 2014, ho presentato una interrogazione parlamentare in Commissione Affari Sociali, per chiedere una immediata ed urgente campagna informativa mirata e capillare sul consumo di frutti di bosco in Italia e sulle possibilità di rischio che i cittadini possono correre. Una campagna che non si limiti alle sole informazioni divulgate attraverso il portale istituzionale del Ministero della Salute, ma che interessi i media nazionali, al fine di tutelare la salute dei cittadini. E che coinvolga anche le catene di supermercati, obbligandoli ad esporre un avviso ai consumatori con tutte le istruzioni per continuare a mangiare i frutti di bosco senza correre rischi.
Oggi, 4 febbraio 2014, a quasi due anni dall’inizio dell’epidemia, il Governo Renzi ha deciso finalmente di esprimersi sul preoccupante argomento. Alle 14.00, infatti, in Commissione Affari Sociali, risponderà alla mia interrogazione parlamentare. Seguono aggiornamenti.

Potete approfondire la questione dell’epidemia di epatite A sul sito de “Il Fatto Alimentare”

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