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Approvato il progetto eolico off-shore del Golfo di Manfredonia. Zero programmazione, nessuna utilità e la interpellanza M5S non bloccano il parco eolico
Approvato il progetto eolico off-shore del Golfo di Manfredonia. Zero programmazione, nessuna utilità e la interpellanza M5S non bloccano il parco eolico

Eolico off-shore Manfredonia: arriva l’ok del Ministro Orlando

Ammette la mancanza di programmazione energetica e l’assenza di una mappatura della distribuzione dei parchi eolici off-shore su tutto il territorio nazionale e una normativa del settore con tante lacune, nonostante sia egli stesso al Governo ed abbia il potere di migliorarla, ma conferma l’avallo al secondo progetto nel Golfo di Manfredonia. Questa la posizione del Ministro dell’Ambiente Orlando dinanzi all’interpellanza urgente discussa alla Camera su richiesta mia e di Francesco Cariello (M5S).

 

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In un territorio martoriato da speculazioni e fallimenti, dove il disastro Enichem brucia ancora e che solamente ora cerca di rialzarsi per camminare sulle gambe del turismodichiara Cariellosi decide di distruggere in un colpo solo l’economia locale, il mare, la pesca, la fauna ittica e l’avifauna nonché l’equilibrio della biosfera marina. Stentiamo ancora a comprendere di cosa, secondo il Governo, dovranno vivere i cittadini del Golfo di Manfredonia: di certo non del turismo con le gite sotto le pale come sponsorizzato dalla azienda tedesca WDP che ha richiesto l’installazione delle pale. Il Ministro Orlando, del resto, ha confermato ciò che avevo sottolineato:conclude Cariellovista la mancanza di strumenti normativi idonei, a decidere dove fare i parchi eolici sono le imprese straniere, le lobby energetiche praticamente”.

 

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A spiegare questa scellerata scelta del Governo penso siano sufficienti le parole dell’economista Giorgio Ragazzi, secondo il quale “i sussidi alle energie rinnovabili sono forse una delle peggiori vicende di malgoverno, di cui nessuno vuole parlare, probabilmente perché la responsabilità è condivisa da destra e sinistra”. Questa politica fatta di lauti incentivi, andati quasi totalmente nelle tasche delle imprese straniere che non fanno impresa e non creano posti di lavoro, ha drogato il mercato e ci costa 12 miliardi di euro l’anno. Dopo aver puntellato la Capitanata con 2000 pale eoliche, ora tocca al mare. La “Terra degli Spilli” ci costa anche quando le pale sono ferme nonostante il vento, perché non abbiamo una rete idonea, non abbiamo accumulatori in grado di stoccare l’energia in eccesso. In definitiva, non abbiamo una strategia energetica nazionale e non sappiamo cosa farcene in Puglia di una energia che è già il triplo di quella che utilizziamo.

 

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