Continua il processo sulla megadiscarica Martucci. All’udienza preliminare per la gestione dei rifiuti nel sito di Conversano, tenutasi lunedì 18 maggio, le difese degli imputati hanno reiterato la richiesta di incidente probatorio, trovando l’opposizione della Procura e delle difese delle parti offese. Il giudice si è riservato di decidere e renderà noto il provvedimento il prossimo 11 giugno. Si saprà in quella data, inoltre, il calendario delle udienze.
L’obiettivo della difesa appare oramai chiaro: puntare alla prescrizione, allungando i tempi del procedimento.
Come sapientemente illustrato dall’autore del libro “L’ultimo chiuda la discarica”, Pietro Santamaria, durante il convegno dello scorso dicembre a Conversano sulla Martucci, diversi reati imputati potrebbero, infatti, cadere presto in prescrizione. Queste le scadenze: dicembre 2015 e maggio 2016 falso ideologico commesso dal privato; settembre 2016 omissione d’atti d’ufficio; ottobre 2017 per falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale, truffa, frode nelle pubbliche forniture, gestione discarica non autorizzata, miscelazione di rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi; dicembre 2017 carente impermeabilizzazione; maggio 2019 illeciti amministrativi (con risparmio di milioni di euro) mentre non dovrebbero cadere in prescrizione la realizzazione discarica non autorizzata (suoli non idonei), incongruo smaltimento del percolato, disastro ambientale.

Il Corriere del Mezzogiorno – 18.04.2015
La conclusione del processo Martucci, purtroppo, potrebbe dunque ripercorrere le strade di altre storiche sentenze come quella Eternit o come quella Bussi Montedison. Una incredibile realtà tutta italiana a cui da oggi siamo riusciti a mettere riparo con l’approvazione della legge sugli ecoreati a prima firma del mio collega Salvatore Micillo, proveniente dalla Terra dei Fuochi campana. C’era bisogno dell’arrivo dei cinque stelle in Parlamento per approvare una legge che si attendeva da oltre 20 anni!
La legge sugli Ecoreati, approvata in quarta e definitiva lettura dal Senato, ha introdotto per la prima volta nel codice penale i reati commessi contro l’ambiente. Trasforma molti degli attuali reati contravvenzionali (con pene da pochi mesi ad un massimo di tre anni) in delitti con pene che possono arrivare, con le aggravanti, fino a venti anni. Allunga fino a raddoppiarli i tempi di prescrizione. Consente l’utilizzazione di strumenti fondamentali per le indagini come le intercettazioni. Introduce nuovi importanti reati come l’omessa bonifica e l’impedimento al controllo ambientale, l’inquinamento e il disastro ambientale. In pratica chi sino a ieri avrebbe potuto farla franca, oggi rischia sino a 20 anni di carcere.