Home / RENDICONTAZIONE / Dalla Puglia, oltre 200mila euro al Fondo PMI
In un anno i parlamentari pugliesi M5S restituiscono quasi 500mila euro al Fondo PMI. Totale del M5S pari a 5,5 mln di euro
In un anno i parlamentari pugliesi M5S restituiscono quasi 500mila euro al Fondo PMI. Totale del M5S pari a 5,5 mln di euro

Dalla Puglia, oltre 200mila euro al Fondo PMI

Prima la restituzione al “Fondo per l’Ammortamento del Debito Pubblico” visto il diniego dei Presidenti Boldrini e Grasso di aprire un conto dedicato in Camera e Senato, poi la lotta con l’ex Ministro dell’Economia e Finanza Saccomanni e finalmente l’apertura del “Fondo per le PMI”. Oggi, i parlamentari del M5S tornano a restituire le eccedenze di stipendi e diarie con il “Restitution Day 3”. Dopo aver rinunciato ai 42 milioni di euro di rimborsi elettorali previsti nonché alle indennità di carica aggiuntive (per presidenti e vicepresidenti), conferito 1.569.951,48 euro alla prima restituzione al Fondo per il Debito Pubblico, con la ultima rendicontazione, da novembre 2013 a marzo 2014, portano l’ammontare dei soldi versati sul Fondo per le PMI a 5.443.840,93 euro.

Ai quasi 5,5 milioni di euro hanno contribuito i parlamentari pugliesi del MoVimento 5 Stelle, i quali hanno restituito un totale di 208.363,06 euro. Una cifra che, sommata alla restituzioni precedenti, porta il contributo alle PMI dei deputati Giuseppe L’Abbate, Diego De Lorenzis, Francesco Cariello, Emanuele Scagliusi, Giuseppe D’Ambrosio, Giuseppe Brescia e dei senatori Barbara Lezzi, Lello Ciampolillo, Daniela Donno e Maurizio Buccarellaa quasi 500mila euro. Per la precisione: 478.350,57 euro. 

La scelta del M5S di dove bonificare le eccedenze si è focalizzata, sin dall’inizio, su un fondo che consentisse l’applicazione di più favorevoli condizioni economiche quando una piccola e media impresa italiana chiede un finanziamento ad una banca o ad un intermediario finanziario. Ma come funziona? Il Fondo per le PMI interviene a garantire il finanziamento concesso: l’impresa che ha bisogno di un finanziamento può, dunque, chiedere alla banca di garantire l’operazione mediante la garanzia offerta dal fondo e, pertanto, in relazione alla quota garantita (sino ad un massimo dell’80%), l’intervento dell’intermediario finanziario (banca o confidi) ha un rischio davvero minimo in caso di insolvenza dell’impresa perché il suo credito viene risarcito dal fondo centrale di garanzia e, in caso di esaurimento fondi, direttamente dallo Stato. Possono accedere al fondo tutte le PMI italiane, comprese quelle artigiane, con meno di 250 occupati, con un fatturato inferiore a 50 milioni di euro ed un bilancio inferiore a 43 milioni. E c’è chi già ha usufruito del fondo con la massima facilità e ha spiegato il procedimento in un video pubblicato su youtube.

Il nostro è un minimo contributo alle imprese del nostro Paese tartassate ogni giorno di più da una politica che mira allo spot, allo slogan e non ad azioni concrete. Non ci resta che invitare tutti gli interessati ad approfondire i meccanismi di funzionamento del fondo per le PMI sul sito www.fondidigaranzia.it/imprese.html: si parla di soldi certi a disposizione di tutti gli italiani che possono aiutare chi è in difficoltà. Quel che diciamo, facciamo e continueremo a fare.

Lascia un Commento

Contattami