Proseguono in maniera serrata i lavori dell’Indagine Conoscitiva della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati sull’emergenza della Xylella fastidiosa in Puglia. Dopo aver ascoltato le associazioni di categoria e gli enti di ricerca, a Montecitorio è stata la volta dei rappresentanti degli olivicoltori.
Ad emergere è una chiara ed indistinta linearità di pensiero e comunione d’intenti tra il mondo scientifico e quello produttivo, con l’unanime coro del “bisogna fare presto senza perdere altro tempo”. L’intervento più accorato è stato sicuramente quello di Gennaro Sicolo, Presidente CNO, a cui i deputati della Commissione Agricoltura hanno tributato un applauso di sostegno e di vicinanza. Sicolo si è scagliato contro i “santoni nullafacenti che hanno condizionato le scelte politiche, gente che non sa neppure come è fatto un albero” nonché contro “la politica di ogni livello e anche qualche organizzazione agricola che hanno avallato comportamenti inadeguati e risposte non all’altezza causando un danno incalcolabile agli olivicoltori e alla nostra terra. Nessuno deve pensare di sfuggire alle proprie responsabilità”.
Serve attuare concretamente il Piano olivicolo nazionale rimasto lettera morta con lo scorso Governo con interventi dedicati direttamente ai produttori che possano rilanciare il comparto dell’oro verde dove l’Italia non può perdere posizioni a livello mondiale sia per quantità sia per qualità.
L’accento è stato posto anche sulla drammatica situazione dei frantoi che, oltre al danno Xylella, vivono la beffa di essere equiparati alle pompe di benzina da una normativa antincendio irrealmente e immotivatamente drastica e vessatoria.
Ulteriori appuntamenti settimanali mi hanno visto confrontarmi, poi, con i vivaisti del nostro territorio per fronteggiare le misure anti-Xylella che li penalizzano e comporteranno gravi danni al fatturato e all’occupazione nel comparto.
Nel frattempo, prosegue il mio lavoro di affinamento della mia proposta di legge denominata “Interventi per il settore ittico. Deleghe al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale” che, riprendendo il lavoro lasciato incompiuto dalla XVII Legislatura, si propone di intervenire per risolvere le problematiche del settore tuttora aperte: dall’inappropriata pesantezza delle sanzioni alle misure per il rilancio e l’innovazione del comparto. Per questo, ho incontrato i professori e ricercatori del dipartimento di Biologia Marina dell’Università di Bari.
