“L’agricoltura sta trainando la ripresa economica del Mezzogiorno ed il suo rilancio parte proprio dalla terra e dai prodotti agroalimentari, in grado di generare reddito e occupazione”. A dichiararlo è Raffaele Borriello, direttore generale di Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare).
Napoletano, 49 anni, Borriello parteciperà a Polignano a Mare (BA) nel convegno “Diamo credito all’Agricoltura”, che si terrà a partire dalle ore 18:30 presso la Sala Convegni del Museo Pino Pascali da me organizzato e moderato. Con noi anche Gabriele Papa Pagliardini, Direttore di Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, l’ente pagatore della contribuzione PAC); Francesco Contò, professore ordinario di Economia ed Estimo rurale presso l’Università di Foggia; Gianluca Jacobini, Condirettore generale della Banca Popolare di Bari ed Oronzo Milillo, Presidente dell’Ordine degli Agronomi e Forestali della provincia di Bari.
Come sta cambiando il rapporto tra il mondo bancario e l’impresa agricola?
Dalla “despecializzazione” del credito agrario, che aveva allontanato le banche dal mondo agricolo, a distanza di oltre vent’anni gli scenari sono notevolmente mutati. Stiamo assistendo, infatti, ad un rinnovato interesse degli istituti di credito verso il settore agricolo: da un lato, le banche stanno creando sportelli dedicati e promuovono prodotti innovativi per le imprese agricole; dall’altro, la figura professionale dell’imprenditore agricolo è cresciuta. Questo interesse si è concretizzato anche attraverso specifici impegni delle principali banche del nostro Paese (Banca Intesa e Unicredit) che hanno messo a disposizione, per il triennio 2016-2018, circa 12 miliardi di euro per il settore agricolo e agroalimentare.
Ciò significa che il settore agricolo può contare sul credito bancario?
Certamente si sono fatti importanti passi in avanti ma permangono problemi nei rapporti tra banche ed imprese agricole, che limitano le potenzialità di accesso al credito. C’è bisogno, comunque, di favorire un nuovo e più forte sistema di relazioni tra l’impresa agricola e il mondo creditizio, favorendo l’implementazione di nuovi strumenti di valutazione da parte delle banche che tengano conto delle specificità dell’agricoltura e potenziando, soprattutto dalla parte pubblica, il sistema delle garanzie.

La Gazzetta del Mezzogiorno – 18.03.2017
Cosa significa questo?
Una garanzia forte significa infatti meno rischio per le banche, maggiore disponibilità ad erogare credito e, a maggior ragione, minori costi di indebitamento per le imprese agricole.
In questo contesto, quali strumenti mette a disposizione Ismea?
L’attività dell’Ismea negli ultimi anni si è sviluppata proprio per potenziare le garanzie per l’accesso al credito. Il Fondo di Garanzia dell’Ismea è compatibile con le regole di Basilea e prevede, in ultima istanza, la protezione dello Stato: ciò amplifica la portata della garanzia, intervenendo sull’abbattimento dei tassi praticati dalle banche. Inoltre, la garanzia Ismea è concessa a titolo gratuito agli imprenditori agricoli nel limite del regime di aiuti de minimis, pertanto fino a 15.000 euro.
Le banche sembrano più ostili ad erogare credito nel Sud Italia, è vero?
Sicuramente nel Mezzogiorno l’accesso al credito è più difficoltoso rispetto ad altre aree del Paese, anche se negli ultimi anni abbiamo assistito ad un’inversione di tendenza. I dati che abbiamo pubblicato nel “Rapporto sull’Agricoltura nel Mezzogiorno” hanno messo in evidenza una crescita del credito bancario dello 0,7% nel Sud a fronte di una riduzione complessiva nazionale dello 0,2%. Negli ultimi 5 anni, gli impieghi bancari nel Mezzogiorno sono cresciuti da 7,5 sino a 8,6 miliardi di euro. Nel prossimo futuro si giocherà una partita importante per l’agricoltura del Mezzogiorno, quella cioè dell’utilizzo dei fondi comunitari dedicati al settore; in questo contesto, il credito bancario potrà e dovrà giocare un ruolo decisivo per la realizzazione degli investimenti previsti nei PSR (Piani di sviluppo rurale) delle regioni del Sud. L’auspicio è che tutti concorrano allo sviluppo del settore agricolo meridionale, favorendo al contempo l’utilizzo dei fondi comunitari.