“Prosegue il lavoro della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati che, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’emergenza legata alla diffusione della Xylella fastidiosa in Puglia, sta svolgendo una serie di audizioni. L’obiettivo è quello di fare chiarezza sull’argomento e poter essere di supporto alle attese decisioni ministeriali a sostegno degli olivicoltori e del paesaggio regionale.
Dopo aver ascoltato gli interventi delle organizzazioni agricole Agrinsieme e Coldiretti nonché dei ricercatori del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) la scorsa settimana, si è tenuta oggi – mercoledì 12 settembre – l’audizione dei rappresentanti del CONAF (Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali) nonché della federazione regionale pugliese e degli ordini provinciali di Bari e Lecce.
Cosa hanno detto gli agronomi.
Gli agronomi hanno sottolineato “l’assenza dello Stato nella gestione del contrasto al batterio da quarantena”. Ma anche una “mancanza di un piano comunicativo forte” che ha permesso il proliferare delle cosiddette “fake news”, con successivo relativo discredito della comunità scientifica abbandonata a se stessa e costretta addirittura ad elemosinare la presenta sui tavoli tecnici.
La stessa task force regionale, voluta dal Governatore Emiliano, è tragicamente naufragata senza aver prodotto alcun documento. È mancato anche il dialogo tra i diversi enti coinvolti nonché un coordinamento degli stessi. Ed ora la situazione appare oltremodo “drammatica, anche a causa del rallentamento di procedure a norma di legge che sono state bollate come negative e dannose con falso allarmismo”.
Il paragone auspicato è quello della lotta alla sharka che ha attaccato le drupacee (pesche, albicocche) mentre l’olivicoltura non ha subito lo stesso trattamento di tutela.
Cosa è mancato.
Come è stato ribadito dagli agronomi oggi in Commissione è mancata una regia e un vero e proprio “fare rete” per contrastare questo fenomeno che ha messo in ginocchio l’olivicoltura pugliese. Le scelte intraprese sono state poche e fallaci, mancando determinazione, visione e programmazione.
Anche l’ultima decisione comunitaria di spostare le fasce cuscinetto e di contenimento più a nord non hanno fatto altro che perpetrare il medesimo errore di sempre. Questa volta ancor di più visto che sono state condannate zone dove non sono stati rinvenuti neppure focolai.
L’invito degli esperti auditi in Commissione è sempre il medesimo: superare la leggerezza che ha contraddistinto l’operato politico sinora e che ha condannato i territori più vocati all’olivicoltura in Italia dove si produce il 48% dell’extravergine nazionale.
In Salento abbiamo già perso un terzo della produzione pari a 900mila quintali di olio ma del tanto annunciato piano olivicolo neppure l’ombra! Gli agronomi, inoltre, hanno confermato la contrarietà al divieto di produzione nei vivai della zona cuscinetto di piantine di brassicaceae (cavoli, verze, cime di rapa), pomodori e melanzane. Con il provvedimento, infatti, si permette di importare piantine da altre zone mentre viene vietata la produzione da seme in loco. Eppure è noto a tutti da dove è giunto questo batterio in Puglia.
Conclusioni.
In definitiva, l’auspicio è che la Xylella rappresenti per l’olivicoltura italiana ciò che ha rappresentato il metanolo per il vino o la peronospera per la vite. Ovvero un’occasione di riscatto e di rilancio verso un futuro ancor più roseo del passato, lasciandoci finalmente alle spalle il piangerci addosso che, purtroppo, non ci condurrà da nessuna parte né per la tutela della redditività degli agricoltori né per la preservazione del paesaggio e dell’ambiente.

La Gazzetta del Mezzogiorno – 13.09.2018

La Gazzetta del Mezzogiorno – 15.09.2018
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