Sarà un voto per pochi quello del 12 ottobre, il giorno in cui nascerà ufficialmente la città metropolitana di Bari e le nuove province di Renzi, enti votati indirettamente. Lecce, Taranto, BAT, Brindisi, Foggia: le province non sono state abolite. Senza il controllo dei cittadini, i consiglieri comunali, i consiglieri provinciali uscenti ed i sindaci saranno liberi di fare accordi e accorducci per le poltrone provinciali. Critiche anche alla ripartizione dei poteri. Non c’è il minimo disegno di redistribuzione dei poteri: il rischio è che le Regioni e i Comuni, questi ultimi già in situazione di forte dissesto, debbano sopportare il peso dei debiti accumulati in questi anni dalle province.
Ma, per il M5S non è tutto. Il modello delle larghe intese nazionali troverà illustri interpreti anche a livello locale, con candidati unici alla presidenza delle province, in barba agli annunci di Emiliano, il quale con una mano annuncia coalizioni di centrosinistra in tutte le province e con l’altra stringe un patto di ferro con il centrodestra per escludere i cittadini da qualsiasi tipo di controllo. Non vorremmo che sia un triste antipasto di quanto succederà con le elezioni regionali. Se i partiti hanno ancora a cuore le sorti dei pugliesi, si facciano promotori di un’azione condivisa nei confronti del governo Renzi, per cancellare definitivamente gli enti provinciali e per concordare con il Ministero degli Affari Regionali e quello dell’Economia un piano di rientro dal debito.