“La Protezione transitoria accordata a livello nazionale alla denominazione ‘Ciliegia di Terra di Bari’, con decreto ministeriale del 23 novembre 2007 (pubblicato nella GU Serie Generale n. 284 del 6 dicembre 2007) è cessata, come previsto dal comma 1 dell’art. 4 dello stesso decreto, in quanto la richiesta di registrazione di tale denominazione è stata ritirata in data 15 luglio 2009 mediante nota ministeriale trasmessa ai competenti Servizi della Commissione Europea. Il ritiro è avvenuto a seguito di comunicazione da parte della stessa Commissione Europea, dell’intenzione di respingere la richiesta di registrazione in quanto l’Associazione richiedente non aveva fornito risposte utili al superamento delle obiezioni comunitarie ai contenuti della documentazione inviata a supporto della richiesta”. Questa la risposta della dirigente Teresa De Matthaeis del PQAI IV (Qualità certificata e tutela indicazioni geografiche prodotti agricoli, agroalimentari e vitivinicoli) del Ministero delle Politiche Agricole al mio interpello sull’iter che interessava le ciliegie pugliesi.

La Gazzetta del Mezzogiorno – 26.06.2015
Con la sua bocciatura, il precedente iter per la certificazione Igp delle ciliegie pugliesi si è, purtroppo, risolto in un nulla di fatto. Ciò, però, non implica nulla per il percorso futuro da intraprendere. Ferme restando la volontà e la determinazione degli operatori, bisogna procedere con la realizzazione di una O.P. (Organizzazione dei Produttori, ndr). Successivamente, con un consorzio di tutela valido, si potrà tornare a chiedere la certificazione necessaria a dare quel salto di qualità ulteriore. Il percorso che porta alla O.P. non sarà semplice e le diffidenze, per gli errori commessi in passato, sono purtroppo molte ma, al contempo, l’entusiasmo dimostrato nelle prime riunioni fa ben sperare. La prossima riunione, prevista per venerdì 17 luglio, sarà operativa perché saranno presenti esperti di regolamenti comunitari nonché di O.P., in grado di illustrare i passi futuri che gli imprenditori agricoli baresi, che intendono credere nell’oro rosso, dovranno compiere.
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