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Approvato il CETA dal Parlamento Europeo, un trattato di libero scambio tra Ue e Canada che apre le porte alle multinazionali

CETA: diamo il benvenuto alle multinazionali!

Ieri è stato approvato il CETA dal Parlamento Europeo ovvero il trattato di libero scambio tra UE e Canada. Ma siamo sicuri che si tratti di un accordo di libero scambio?

Il Canada, infatti, è un paese importante ma non così significativo per il commercio dell’UE per cui in realtà non si tratta di un accordo di libero scambio anche perché l’economia dell’Unione, come quelle di USA e Canada, sono già aperte ed interconnesse in termini commerciali tanto che il livello medio dei dazi tra queste tre grosse aree (UE-USA-Canada) è al livello del 2-3% per cui non ci sono barriere tariffarie da abbattere.

 

*****Allora perché è stato approvato il CETA?*****

La verità è che tutto gira intorno al tema investimenti e al tema di chi deve regolare le dispute tra le multinazionali e gli Stati sovrani che eventualmente volessero imporre standard ambientali, etici e di protezione dei diritti dei lavoratori. Lo scopo di questo accordo, dunque, è quello che le dispute non devono essere risolte nei tribunali dei singoli Stati ma con lodi arbitrali presso corti private, in segretezza e senza controlli.

Visto lo stop del TTIP, le multinazionali hanno utilizzato il CETA come cavallo di troia dato che molte di loro hanno sede in Canada. In questo modo le multinazionali potranno portare a giudizio gli Stati europei che si porranno a difesa degli interessi dei cittadini quando questi non coincideranno con i loro.

Obiettivo del CETA, dunque, è quello di abbattere le barriere non tariffarie, dato che quelle tariffarie non ci sono. Sapete perché le barriere non tariffarie sono viste come un problema per le multinazionali? Perché sono legate all’assetto istituzionale di un Paese e sono l’espressione delle culture dei popoli maturate in millenni.

La cultura di un popolo è fondamentale perché se viene persa, i popoli rimangono smarriti in quanto non si riconoscono in più nulla ed a quel punto cadono nelle mani di chi fa strategia. In altre parole, agendo sulle barriere non tariffarie i cittadini vengono trasformati in consumatori inconsapevoli e surrettiziamente vengono distrutti tutti coloro che non si adeguano.

Le istituzioni di Bruxelles da anni hanno spinto verso accordi dove le multinazionali possono citare in giudizio gli Stati sovrani se questi non si conformano.

Quali interessi rappresenta il Parlamento Europeo? Sicuramente non quelli dei cittadini.

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