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Nel Dl Fisco vengono bocciate le proposte M5S tra cui l’abolizione dello spesometro per le imprese sotto i 7.000 euro di fatturato annuo
Nel Dl Fisco vengono bocciate le proposte M5S tra cui l’abolizione dello spesometro per le imprese sotto i 7.000 euro di fatturato annuo

Bocciata l’abolizione dello spesometro

Sarà approvato oggi alla Camera con il voto di fiducia il dl Fisco, collegato alla manovra finanziaria attualmente all’esame del Senato. Il provvedimento giunge in Aula a Montecitorio dopo una brevissima discussione in Commissione Bilancio che lascia aperti molti argomenti sul tavolo che saranno, necessariamente, ridiscussi durante l’esame della manovra nei prossimi giorni. Tra i nodi rimasti irrisolti la stangata sulle sigarette elettroniche che rischia di mettere in crisi un intero comparto, la proroga dei versamenti tanto attesa nelle aree colpite da calamità, l’affidamento degli Enti locali ai concessionari privati per il supporto alla riscossione nonostante in passato gli stessi si siano resi colpevoli protagonisti di pesanti disservizi o addirittura frodi e scandali. Nell’ottica di un fisco più equo nei confronti dei contribuenti e delle imprese anche l’emendamento da noi presentato che proponeva l’abolizione del cosiddetto spesometro, ovvero le comunicazioni obbligatorie per il pagamento dell’IVA per tutte le imprese agricole che fatturano meno di 7.000 euro l’anno. Non solo, quindi, per quelle che sono situate in zone montane, come previsto attualmente.

Si tratta di una misura fondamentale per tutelare i piccoli produttori dell’agricoltura italiana purtroppo respinta insieme ad altri emendamenti a sostegno del comparto, come ad esempio quello sul riconoscimento della qualifica di Imprenditore Agricolo Professionale a livello nazionale e non regionale, come attualmente previsto, oppure quello che estende a tutte le aziende nazionali colpite da eventi avversi il contributo introdotto al Senato a sostegno delle imprese agricole sarde. E ancora l’introduzione di un’imposta sostitutiva, cento euro, per la raccolta occasionale di prodotti selvatici non legnosi (funghi, tartufi, bacche, frutta in guscio, etc..) e l’abbassamento dell’aliquota dell’IVA dal 10 al 4 per cento per la vendita dei tartufi. Questo è solo il primo tentativo: non ci arrendiamo e ci teniamo pronti per far confluire queste proposte come emendamenti alla legge di Bilancio.

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