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AQP rimane pur sempre una società per azioni di diritto privato con la finalità di dividere utili. Referendum disatteso
AQP rimane pur sempre una società per azioni di diritto privato con la finalità di dividere utili. Referendum disatteso

AQP: con lo Sblocca Italia non cambia nulla

La proposta emendativa 7.32 presentata in VIII Commissione in sede referente a firma di Massa, abroga una vecchia disposizione, mai realizzata, che avrebbe costretto, dodici anni fa, la Regione Puglia e Basilicata a mettere sul mercato le quote di Acquedotto Pugliese, completando nel corso del 2002 la privatizzazione iniziata nel 1999 su decisione del Governo di centrosinistra. Quest’ultimo trasformò l’Acquedotto Pugliese da Ente Autonomo, soggetto giuridico di diritto Pubblico, a Società per Azioni, soggetto giuridico di diritto privato. Con l’approvazione dell’emendamento viene abrogata la vecchia disposizione mai attuata, ma Acquedotto Pugliese continua ad essere una S.p.A. che ha come obbiettivo principale la divisione degli utili a fine anno e non il miglior servizio possibile al minor costo possibile. Per il M5S in Puglia, l’acqua continua a non essere pubblica.

Cogliamo favorevolmente l’emendamento ma il Partito Democratico non pensi di prendere in giro i cittadini: la ripubblicizzazione è una cosa differente. Togliere un obbligo nei fatti mai attuato, di vendere le quote è cosa ben diversa da ripubblicizzare l’Acquedotto Pugliese.

L’Acquedotto continua, infatti, ad essere una S.p.A. a causa delle decisioni del Governo di centrosinistra che nel 1999 decretò con il D.lgs del 11 maggio, n. 141, di porre l’acquedotto pugliese sotto logiche di una azienda privata e cioè legate alla divisione degli utili a fine anno, perdendo quindi l’obbiettivo principale di fornire il miglior servizio possibile al minor costo possibile.

Dopo la trasformazione in S.p.A. sono incominciati i guai per i cittadini pugliesi che, anche se in condizioni economiche svantaggiate, hanno subito per anni tagli indiscriminati di acqua. Magari perché qualcuno con il contatore in comune al punto di consegna all’interno dello stesso stabile, non aveva la possibilità di pagare le bollette. La stessa acqua sulla quale veniva caricata anche la “remunerazione del capitale”, il profitto del gestore, abrogato dal referendum del 2011 ma che Vendola ha continuato a difendere anche dopo l’esito referendario, nonostante i lauti guadagni di AQP sulle tasche dei cittadini. Profitti che, di fatto, non hanno impedito alla Puglia di avere un servizio discontinuo, che non è stato capace di risolvere i problemi legati alla distribuzione e alla depurazione e che oggi continua ad essere oggetto di infrazione comunitaria. È vergognoso fare profitto sull’acqua, è vergognoso porre l’acqua, diritto umano universale che garantisce la vita, sotto le logiche del mercato e dei privati e, quindi, sotto la logica di una Società per Azioni. Il centrosinistra nel corso degli anni ha privatizzato buona parte dei servizi idrici in Italia, trasformando le aziende pubbliche in S.p.A. e, talvolta, affidando a privati la gestione. Inoltre, approvare questo emendamento non rende meno scandaloso il Decreto Sblocca Italia che calpesta la Costituzione, l’ambiente e la volontà popolare e se il centrosinistra in regione non vuole rendersi complice di questo decreto (il peggior provvedimento del Governo Renzi), la Regione Puglia impugni la norma di fronte alla Corte Costituzionale. AQP rimane dunque un soggetto giuridico di diritto privato, una SpA, e quindi la Regione potrà continuare a decidere su nomina politica i vertici dirigenziali e ad assumere senza l’obbligo di un concorso pubblico chi lavorerà nel più grande Acquedotto d’Europa.

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