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Il M5S sostiene il Comitato Acqua Bene Comune e chiede alla Giunta Vendola di aprire il dialogo su Aqp. Sotto accusa la restituzione del capitale investito, abrogato dal referendum
Il M5S sostiene il Comitato Acqua Bene Comune e chiede alla Giunta Vendola di aprire il dialogo su Aqp. Sotto accusa la restituzione del capitale investito, abrogato dal referendum

Aqp: a due anni dal referendum non è ancora pubblica

Anche per la Puglia, dopo oltre due anni dal travolgente risultato referendario sull’acqua pubblica del 12 e 13 giugno 2011, si prospetta una sua attuazione parziale e scorretta. Con la delibera n. 26 del 16.07.2013, infatti, l’Autorità Idrica Pugliese (AIP) ha avviato il procedimento di attuazione alla delibera AEEG (Autorità Energia Elettrica e Gas) del 25 giugno scorso che stabilisce le modalità di restituzione della remunerazione del capitale investito garantita ai gestori dall’art. 154 comma 1 del D. Lgs. 152/06, abrogato dal secondo quesito referendario. Ad essere oggetto di restituzione è solamente la quota di remunerazione del capitale investito relativa al periodo luglio-dicembre 2011 e comunque “al netto dei costi finanziari e sociali”. “Quel che era uscito dalla porta, viene fatto rientrare dalla finestra”, dichiara il Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune” che denuncia il silenzio degli amministratori regionali e continua a “chiedere con forza l’attuazione piena ed effettiva dell’esito referendario. Il processo di ripubblicizzazione di Aqp Spa è bloccato, nonostante i titoli dei giornali all’indomani del referendum!”.

Non c’è nulla di più aberrante che sostenere un referendum all’ombra dei comitati e trincerandosi dietro parole come “democrazia”, “bene comune” e “sovranità popolare” per poi tirarsi indietro e procedere in maniera diametralmente opposta. Gli amministratori comunali che fanno parte dell’AIP devono dare conto alla volontà popolare e rispettare l’esito del referendum, decurtando la quota della remunerazione del capitale per tutto il periodo che decorre dalla data del referendum e non solo e in maniera parziale, per i 6 mesi del 2011. Invitiamo gli amministratori regionali a riaprire il processo di ri-pubblicizzazione dell’acquedotto pugliese e non procedere in maniera a dir poco ambigua e opaca, come ha fatto la Giunta Vendola sulla farsa della legge bocciata dalla Corte Costituzionale. La Regione Puglia non rimanga sorda alle istanze dei comitati come la vecchia politica è abituata a fare.

A seguito delle notizie preoccupanti che arrivano dalla Basilicata e nella fattispecie dall’invaso del Pertusillo che fornisce l’acqua all’Aqp, chiediamo garanzie sulla potabilità dell’acqua per i cittadini pugliesi. L’Aqp SpA renda pubbliche tutte le analisi, in maniera dettagliata elemento per elemento e almeno con cadenza mensile sia dell’acqua in entrata che in uscita dai potabilizzatori, mettendo in rilievo i risultati in merito ai metalli e agli idrocarburi anche di quelli non previsti dai controlli per legge. Vendola dichiari pubblicamente cosa ha fatto fino ad ora e cosa sta facendo la Puglia per favorire e indurre la regione Basilicata a salvaguardare maggiormente gli invasi lucani minacciati dalle attività antropiche. Dalla salubrità dell’acqua degli invasi lucani dipende la vita di molti pugliesi, la buona acqua che si trova in Basilicata è anche l’acqua dei pugliesi e non vorremmo mai che politiche miopi, come quelle avvenute per l’Ilva di Taranto, ne mettano a rischio la qualità. L’acqua potabile è il bene comune per eccellenza ed è un diritto umano che deve essere garantito ad ogni cittadino.

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