Il calo della produzione di miele, legato alla morìa delle api, in Italia nel 2016 si è aggravato con una perdita del 50-60% e punte fino all’80% in alcuni areali. Un vero e proprio “annus horribilis” come confermato dal Consorzio nazionale apicolo (Conapi): l’attuale annata si preannuncia come la peggiore degli ultimi 35 anni con un possibile aumento dei prezzi e del rischio frodi. Ad esempio il raccolto di miele di agrumi in Sicilia e di Robinia (Acacia) nel nord Italia è crollato coinvolgendo 20mila partite Iva e 23mila produttori per autoconsumo. Tra le cause: cambiamenti climatici, uso di pesticidi ed erbicidi, frazionamento degli habitat, nonché patologie come “Aethina Tumida” e il cosiddetto “Calabrone asiatico” che minacciano anche la Puglia. Una situazione che ha spinto il deputato Massimiliano Bernini con i colleghi 5 Stelle della Commissione Agricoltura della Camera ad organizzare a Montecitorio il convegno “Apicoltura – Riflessioni e ricerche tra biodiversità e sostenibilità”, insieme con esperti e apicoltori di diverse sigle, dall’Ispra all’associazione Scientia fino alle Università di Bologna, Pisa e Teramo.
Una indagine conoscitiva, che raccoglie gli input e le proposte di tutti gli attori coinvolti sia della filiera produttiva sia del mondo della ricerca, per comprendere le ragioni della morìa delle api e del calo di produzione di miele italiano a questo punto è quanto mai necessaria, anche per evitare il conseguente rischio di frodi alimentari con miele extraeuropeo spacciato per comunitario. Un ulteriore passo di un percorso che abbiamo avviato da tempo in Parlamento attraverso numerosi atti e che punta a coinvolgere in un ciclo di audizioni la comunità scientifica, le associazioni e gli operatori del settore per far entrare questa emergenza nell’agenda politica del Governo e delle Autorità competenti. Un allarme non solo per il comparto apistico ma per la conservazione stessa della biodiversità, degli ecosistemi e quindi per la trasmissione della vita sul Pianeta. Per questo, chiediamo che s’investano maggiori risorse nella ricerca scientifica. Il calo di produzione, inoltre, rischia di aprire la strada a nuove sofisticazioni alimentari, con l’introduzione nel mercato di miele proveniente da Paesi extraeuropei ma che in etichetta viene riportato sotto il marchio Ue. Un pericolo che arriva soprattutto da Cina e Bulgaria riuscendo a entrare illegalmente in Unione Europea attraverso la cosiddetta “triangolazione” con Paesi comunitari (in primis Spagna ma anche Belgio e Inghilterra) e l’uso di pratiche scorrette come ad esempio quella di tagliare il miele con sciroppo di zucchero in due modi: miscelandolo al prodotto finale o usandolo per alimentare le api duranti il raccolto. Una pratica scorretta che danneggia consumatori e produttori, oltre ovviamente le api, che va fermata al più presto.